“Rilocalizzare” i talenti: il must per la capitale italiana della moda - QdS

“Rilocalizzare” i talenti: il must per la capitale italiana della moda

Monica Basile

“Rilocalizzare” i talenti: il must per la capitale italiana della moda

giovedì 27 Febbraio 2014

La Settimana Donna Autunno-Inverno 2014/2015, il successo milanese col ritorno delle pellicce. Calendario strutturato per iniziare e finire con giovani designer, location d’eccezione

MILANO – Si è conclusa a Milano la settimana donna Autunno-Inverno 2014/2015 in un atmosfera positiva per gli aspetti economici e turistici e soprattutto per l’aumento dei buyer Italiani. Milano è la capitale del settore moda in Italia, con 12.617 imprese distribuite metà tra manifatturiero, tessile e pelletterie mentre l’altra metà sono imprese attive nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e imprese di design per un totale di oltre 80mila addetti.
 “Il settore della moda con tutta la sua filiera – ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano – rappresenta un elemento di punta per rilanciare l’economia di Milano e dell’Italia. Per questo, come Camera di commercio collaboriamo attivamente con la Camera Nazionale della Moda Italiana per sostenere in modo particolare le iniziative rivolte ai giovani stilisti, così da offrire alle nuove generazioni di creativi occasioni di visibilità e la possibilità di sviluppare i propri progetti”.
Priorità evidente in tutto a cominciare dal calendario che è stato strutturato per iniziare e finire proprio con i giovani designer, in una location d’eccezione: il Palazzo Reale.
Infatti, il Comune di Milano ha messo a disposizione uno degli spazi più suggestivi della città, Palazzo Reale. La Sala delle Cariatidi ha ospitato le creazioni di cinque giovani talenti selezionati dalla Camera Nazionale della Moda in occasione di Milano Moda Donna 2014.
Ha dichiarato l’assessore alla Politiche per il Lavoro, Moda e Design Cristina Tajani – “c’è la necessità di rilanciare la filiera italiana del tessile e della moda, il saper fare manifatturiero e artigianale, la creatività soprattutto dei giovani talenti”.
“Grazie a questa operazione – prosegue l’assessore – che abbiamo messo in atto una cooperazione intelligente tra pubblico e privato che parla alla città ma anche all’Italia, che cerca la strada per uscire dalla crisi valorizzando il proprio patrimonio produttivo e di talento. Negli Usa è da tempo che si ‘rilocalizza’. Anche noi dobbiamo cominciare a riportare a casa le produzioni delocalizzate, perché abbiamo un vantaggio competitivo che non si basa sul minor costo del lavoro ma sul saper fare e sul talento. Dopo le attenzioni dei quotidiani Usa a settembre, anche i francesi si accorgono che qualcosa si muove a Milano”.
 
Peccato che anche quest’anno la parola finale l’abbia avuta la partenza anticipata per Parigi di Anna Wintour  che non era presente alla sfilata di Giorgio Armani che da anni conclude la settimana milanese e vorrebbe un calendario “a turno”, probabilmente la neo amministratore delegato della Camera, Jane Reeve (nella foto sotto con il presidente della CNMI Mario Boselli), dopo la sua prima Milan Fashion Week considererà anche una revisione del calendario.
La moda Autunno –Inverno ha visto il ritorno in varie forme delle pellicce sulla passerella ma in questi giorni il colosso spagnolo Inditex ha deciso di aderire al Fur Free Retailer Program, lo standard internazionale che identifica le aziende impegnate contro lo sfruttamento degli animali per la loro pelliccia. D’ora in poi, nei 6.249 negozi dei brand che fanno capo al gruppo iberico (Zara, Bershka, Stradivarius, Oysho, Pull&Bear, Massimo Dutti e Uterque), non si troveranno più capi con inserti in pelliccia, nemmeno di coniglio.
Chissà se anche l’alta moda prima o poi ne seguirà l’esempio.

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