La Procura ha aperto un fascicolo sul dipendente Gesip impegnato a curare la barca del sindaco. Il primo cittadino nella bufera, attaccato dall’opposizione e dagli ex alleati
PALERMO – Non c’è riuscito il clamoroso flop sulle Ztl, il buco milionario dell’Amia, l’esercito dei dipendenti del Comune che, anno dopo anno, fa diminuire gli investimenti e lievitare le spese correnti. Alla fine, a rischiare seriamente di far affondare il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, è stato un marinaio – anche se solo nel tempo libero, parola di primo cittadino – chiamato Franco Alioto, dipendente dell’azienda comunale Gesip (società utilizzata per stabilizzare circa 2 mila persone e che costa 60 milioni di euro l’anno per pulizia e manutenzioni).
Tutto deriva da quanto denunciato dalla trasmissione tv “Striscia la notizia”, secondo cui il dipendente Gesip non si sarebbe mai presentato al lavoro, prestando invece servizio come skipper sulla barca del sindaco.
La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo sulla questione, anche se è stato sottolineato come l’inchiesta non nasca dal servizio televisivo. Nelle scorse settimane, ai magistrati, era infatti stato inviato un esposto anonimo che aveva fatto scattare i primi accertamenti da parte della Polizia giudiziaria, alla quale il procuratore aggiunto titolare della delega per le indagini sulla Pubblica amministrazione, Leonardo Agueci, aveva affidato alcune verifiche ancora non consegnate ai pm.
Ieri mattina, nel frattempo, la Polizia ha sequestrato fogli di presenza e documenti della Gesip, scoprendo tra le altre cose che Alioto avrebbe detto di essere malato e di non potere prendere servizio come giardiniere. Una faccenda, quella delle assenze facili alla Gesip, denunciata nel marzo scorso anche dal consigliere comunale del Pd, Maurizio Pellegrino, che presentò un’ interrogazione all’allora presidente della società, e attuale assessore comunale, Mario Parlavecchio. Secondo le risposte ottenute dall’interrogazione nel 2008, la percentuale di assenteismo era del 14,7% e nei primi due mesi del 2009 sono state fatte 891 verifiche di presenza al lavoro. Da questi ultimi sono scaturiti 17 ammonizioni scritte, 12 multe, 4 sospensioni dal lavoro, un licenziamento e 24 archiviazioni di procedimenti.
Il Partito democratico, come era logico attendersi, non ha perso l’occasione per chiedere le dimissioni del primo cittadino, preparare una mozione di sfiducia da presentare a Sala delle Lapidi e… portare un gommone in piazza Pretoria. Meno goliardica la reazione del Mpa (“Abbiamo toccato il fondo”) e di parte del Pdl, contraria al sindaco e vicina al sottosegretario Gianfranco Micciché, che ha chiesto un dibattito in Consiglio. Fortunatamente per lui, Cammarata non è stato lasciato del tutto solo. A prendere le sue difese, è stato il vice sindaco di Palermo, Francesco Scoma, che ha detto: “Esprimo la mia vicinanza, personale e politica, al sindaco Cammarata, che sono certo saprà dimostrare, in tutte le sedi appropriate, di avere sempre operato con assoluta onestà intellettuale e politica. È tempo di chiudere le polemiche e strumentalizzazioni e pensare al bene della città”.
Tempo libero. Le repliche dei due interessati
PALERMO – L’unica replica del sindaco Diego Cammarata alla valanga di accuse che gli sono piovute addosso in questi giorni, è stata affidata a un comunicato stampa: “La barca oggetto del servizio è di proprietà dei miei figli. Com’è ovvio ne ho piena disponibilità, anche se questo avviene solo raramente. Dall’estate scorsa la barca è in vendita, perché neanche i miei figli hanno il tempo di usarla. Conosco il signor Franco Alioto da molto tempo e si è occupato occasionalmente e fino a ieri, di verificare che la barca sia in ordine. Lo faceva in piena autonomia e fuori dall’orario di lavoro, come è naturale che avvenga. A riguardo ho già disposto che la Gesip proceda a una indagine interna sulla presenza sul posto di lavoro di Alioto”. Una tesi che lo stesso skipper ha confermato: “Mi sono occupato della manutenzione e della pulizia della barca del sindaco solo fuori dallorario di lavoro della Gesip” ha detto il dipendente Gesip al direttore generale della società, Giacomo Palazzolo.