Stalking, in Sicilia si registra il 32% in più di denunce - QdS

Stalking, in Sicilia si registra il 32% in più di denunce

Anna Claudia Dioguardi

Stalking, in Sicilia si registra il 32% in più di denunce

mercoledì 19 Marzo 2014

Numeri allarmanti dalle quattro Corti d’appello dell’Isola. L’incremento più vistoso a Catania con +42%. Sono oltre 1.400 le denunce presentate tra il primo luglio 2012 e il 30 giugno 2013

CATANIA – Un anno segnato dall’escalation di denunce per il reato di stalking è quello raccontato dalle Relazioni dei presidenti delle quattro Corti d’Appello siciliane, presentate in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Un reato “moderno”, che, dall’entrata in vigore della legge 38/2009, il cui articolo 612-bis inserisce lo stalking nel codice penale nostrano ha registrato, secondo i dati del Ministero dell’interno oltre 38.142 denunce. Ma anche un reato “maschile”, visto che nel 73 % dei casi ad essere vittime di atti persecutori sono le donne.
In Sicilia, sono 1.410 le denunce presentate nel periodo compreso tra il primo luglio 2012 e il 30 giugno 2013 nei distretti di Palermo, Catania e Caltanissetta. Numero che, verosimilmente arriva a 1.800 mancando il dato della Corte messinese, il cui Presidente, Nicolò Fazio, nella sua relazione segnala comunque un aumento dei casi.
Rispetto allo scorso anno giudiziario, in cui la tendenza delle denunce andava verso il ribasso, per un complessivo – 20%, il periodo preso in esame nelle relazioni sovra citate segna un inversione di rotta. Le denunce sono infatti in aumento in tutti i quattro distretti, in particolare Alfio Scuto, Presidente della Corte etnea segnala un +42%. Un andamento che, come spiega è comune ai reati maturati in ambito familiare che, segnala Scuto, “presentano, spesso, particolari difficoltà di accertamento, avuto riguardo al contesto fortemente compromesso, spesso caratterizzato da inevitabili risentimenti ed astii reciproci tra le parti contrapposte, rendendo spesso problematica la stessa gestione delle udienze”.
La difficoltà di accertamento e trattamento del reato sono sottolineate, nella sua relazione, anche da Vincenzo Oliveri, presidente della Corte d’Appello di Palermo. Distretto che nel periodo in esame ha registrato 609 casi denunciati, con un incremento del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Proprio a fronte di tali difficoltà Oliveri sottolinea l’importanza del contributo della vittima “la cui collaborazione – aggiunge – pur complessa ed a volte traumatica, è stata tante volte ottenuta grazie alla competenza, alla professionalità specifica ed alle capacità di accoglienza e di ascolto da parte di tutto il personale addetto”. Collaborazione che risulta essere indispensabile non solo nella fase della denuncia, ma anche “per l’efficace esecuzione degli eventuali provvedimenti restrittivi – spiega Oliveri – e per l’adozione delle richieste di aggravamento nei casi, peraltro frequenti, di violazione delle prescrizioni a tutela della persona offesa”.
Denunce in ascesa anche nel territorio di competenza della Corte nissena, dove i casi registrati sono stati 169 (+26%), riflesso di un fenomeno che, come sottolineato nella relazione, non si configura come peculiare di contesti di degrado ma che attraversa, indistintamente tutti gli strati della popolazione e tutte le fasce d’età. Le parole di Salvatore Cardinale, presidente della Corte nissena, si soffermano sull’importanza della prevenzione. “Il dato statistico in aumento – spiega infatti – reclama, anche in tale Distretto, una capillare azione di prevenzione che sia diretta non solo in favore delle vittime, alle quali devono essere assicurati strumenti di difesa, centri di ascolto e luoghi ove possano trovare aiuto, ma anche verso i c.d. “molestatori assillanti” che spesso necessitano di sostegno per elaborare forme non distruttive di gestione di sentimenti spiacevoli”.

Osservatorio nazionale. Dalla sua istituzione risocializzati 120 stalker
CATANIA – La prevenzione è alla base del lavoro dell’Osservatorio nazionale stalking che offre supporto psicologico gratuito alle vittima ma che, con l’istituzione del Centro presunti autori, nel 2007, ha iniziato ad occuparsi anche dei “carnefici”. L’osservatorio sottolinea l’importanza di fermare la violenza nelle fasi precedenti la sua esplosione, attraverso sedute di psicoterapia volte ad indagare le ragioni di tali comportamenti persecutori. In un dossier, pubblicato nel 2013, segnala di aver risocializzato, dalla sua istituzione, 120 stalker. Nel 40% arrivando al completo contenimento degli atti persecutori.
Strumenti alternativi, dunque, per arginare un fenomeno sempre più dilagante cui viene prestata maggiore attenzione anche dal punto di vista normativo. Lo scorso 16 ottobre è infatti entrata in vigore la legge 119/2013, contenente misure per il contrasto della violenza di genere. Con particolare riferimento al reato di stalking tale norma ha ampliato il raggio d’azione delle situazioni aggravanti, estese anche ai fatti commessi dal coniuge pure in costanza del vincolo matrimoniale, nonché ai casi di cyber bullismo. Inoltre ha previsto l’irrevocabilità della querela per il delitto di atti persecutori, che viene, incluso tra quelli ad arresto obbligatorio.

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