Decreto Lavoro, fiducia alla Camera. Oggi il voto finale, poi tocca al Senato - QdS

Decreto Lavoro, fiducia alla Camera. Oggi il voto finale, poi tocca al Senato

redazione

Decreto Lavoro, fiducia alla Camera. Oggi il voto finale, poi tocca al Senato

giovedì 24 Aprile 2014

Matteo Renzi: “Le polemiche sono elettorali, bisogna decidere”

ROMA – Il voto di fiducia ha rimesso ordine tra le divisioni interne alla maggioranza. Il decreto lavoro ottiene il via libera alla Camera dei Deputati con 344 sì, 184 no. Il voto finale del decreto è previsto oggi alle 12. Poi il testo approderà a palazzo Madama, dove dovrà essere convertito entro il 19 maggio.
 
Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano non ha fatto mancare il proprio sostegno al provvedimento, ma Ncd “non rinuncia a dare battaglia al Senato”, come ha affermato la capogruppo del Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo. Secondo l’ex ministro Maurizio Sacconi, la formazione di Angelino Alfano “punterà a correggere il dl, soprattutto in tema di formazione pubblica per gli apprendisti (tornata obbligatoria) e tetto del 20% di utilizzo dei contratti a termine”. 
Il decreto estende da 1 a 3 anni la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato senza causale, ovvero senza ragione dell’assunzione. Il testo approvato dal governo prevedeva un massimo di otto proroghe contrattuali in 36 mesi, la commissione ha abbassato il tetto a cinque proroghe. I lavoratori “a termine” non possono però essere in ciascuna azienda più del 20% degli assunti a tempo indeterminato (1 per le imprese fino a 5 dipendenti). La commissione ha previsto che se si supera il limite, i contratti in eccesso si considerano a tempo indeterminato. Le norme si applicano alla somministrazione di lavoro a tempo determinato. 
La Commissione ha ripristinato l’obbligo di un piano formativo individuale in forma scritta, inizialmente cancellato dal governo, ma prevede modalità semplificate di redazione.
In riferimento alle polemiche sul decreto lavoro, è intervenuto al Tg1 anche il premier Renzi. “Le polemiche dentro la maggioranza – ha detto il presidente del Consiglio –  sono tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale, ma con rispetto della campagna elettorale noi vogliamo governare. Sui dettagli discutiamo ma alla fine si chiuda l’accordo perché non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione. Bisogna decidere – ha concluso – non voglio perdere la faccia”.

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