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16 associazioni chiedono un dormitorio pubblico al Comune di Catania: ci sono i fondi

16 associazioni chiedono un dormitorio pubblico al Comune di Catania: ci sono i fondi
senza tetto Catania

Sono oltre 150 le persone senza fissa dimora a Catania – tra cui, in alcuni casi, anche donne e bambini – e non si tratta soltanto di migranti

“Presenteremo una formale interrogazione al Consiglio comunale per sapere che fine hanno fatto i fondi già arrivati all’amministrazione comunale per il sociale e come verranno spesi quelli che stanno arrivando”. A dichiararlo è stata la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle a Catania, Gianina Ciancio, che, insieme a Maurizio Caserta del Partito Democratico, ha appoggiato la richiesta della rete “In Strada Catania” per la nascita di un dormitorio pubblico destinato ai senza tetto della città.

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Oltre 150 persone senza fissa dimora

Sono oltre 150 le persone senza fissa dimora a Catania – tra cui, in alcuni casi, anche donne e bambini – e non si tratta soltanto di migranti. “Lo scorso gennaio ci siamo attivati per l’apertura di un dormitorio a bassa soglia a Catania. Abbiamo avuto un incontro con l’assessore ai Servizi Sociali Bruno Brucchieri, che sembrava aver accolto il nostro invito, ma poi non è avvenuto nulla”, ha spiegato Giusy Milazzo del Sunia Sicilia, parlando a nome di tutte le associazioni aderenti a “In Strada”. “Così abbiamo scritto a tutte le autorità cittadine e ai gruppi consiliari. All’assemblea del 18 giugno ha partecipato anche il presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Anastasi, ma di fatto stiamo continuando la nostra battaglia con il sostegno del solo Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle.”

“Dov’è l’etica se permettiamo una cosa del genere?”

La rete “IN STRADA Catania”, composta da SUNIA, SICET, UNIAT, ASIA-USB, OULP, LHIVE Diritti e Prevenzione, Centro Astalli Catania ODV, UDI, ARCI Catania, Associazione Penelope – Coordinamento Solidarietà Sociale ETS, Rete La Ragnatela, Restiamo Umani/Incontriamoci, Cooperativa di Comunità Trame di Quartiere, Casa della Mercede dei Cavalieri della Mercede, Catania Risorge, Catania Più Attiva, chiede soprattutto l’attivazione immediata di un dormitorio pubblico a bassa soglia, accessibile senza filtri burocratici e pensato come primo passo verso l’inclusione delle persone senza fissa dimora a Catania.

“Passeggiando in Corso Italia ho riconosciuto una donna con due figli rimasta senza alloggio perché aveva concluso il suo percorso nei centri di accoglienza. Dov’è l’etica, se permettiamo che accada una cosa del genere?”, ha domandato una rappresentante di LHIVE. “Chiediamo all’amministrazione di accogliere anche la nostra proposta di istituire un tavolo con tutte le associazioni attive nell’assistenza ai senza tetto, per trasmettere le reali esigenze del territorio.”

Secondo quanto riferito dalle associazioni della rete “In Strada Catania”, il problema principale è lo scollamento tra le risorse economiche disponibili e l’assenza di risultati concreti.
Il Comune di Catania ha ricevuto o riceverà 18 milioni di euro tra il 2014 e il 2029, somme sulle quali è stato più volte chiesto un chiarimento, senza mai ottenere risposte.
Ad oggi, sottolineano i promotori, non è stato attivato alcun dormitorio pubblico, nemmeno in via emergenziale, e la rete dei servizi sociali si dimostra del tutto inadeguata a garantire un’accoglienza dignitosa e immediata ai senza tetto e senza fissa dimora presenti in città.