Lavori pubblici, adesso si riparte - QdS

Lavori pubblici, adesso si riparte

Lavori pubblici, adesso si riparte

sabato 03 Maggio 2014

Circolare regionale: i progetti dei Comuni affidati ai professionisti possono esser finanziati con fondi Ue. L’ingegnere Grasso: “Un evento, speriamo che gli enti pubblici sappiano utilizzarlo”

PALERMO – La circolare numero 3 del 15 aprile scorso del dipartimento regionale Tecnico dell’assessorato Infrastrutture, firmata dal dirigente Vincenzo Sansone, affronta un tema delicatissimo nell’ambito dei lavori pubblici stabilendo che i progetti dei Comuni siciliani, che hanno dato incaricato ai professionisti prima dell’entrata in vigore delle direttive europee del 1992, e quindi senza gara di evidenza pubblica, potranno essere finanziati con le risorse europee, comprendendo nel finanziamento anche le competenze tecniche. Adesso potrebbero aprirsi scenari insperati per gli addetti ai lavori e per l’intero settore dei lavori pubblici.
Sospiro di sollievo per quei Comuni siciliani che hanno presentato progetti redatti da tecnici esterni ai quali l’incarico era stato conferito prima dell’entrata in vigore delle norme che impongono la “gara di evidenza pubblica per l’affidamento degli incarichi”. Una pratica molto diffusa che combinava il ricorso all’affidamento diretto con un accordo condizionato “inteso a subordinare il pagamento del compenso al professionista all’avveramento del finanziamento dell’opera pubblica”. Incarichi che sono stati conferiti tra il 1992 fino alla lr 2/8/2002 che recepiva in Sicilia la riforma dei lavori pubblici.
“Con tale modo di procedere i Comuni dell’Isola – spiega l’ingegnere Salvatore Grasso di Europrogetti – hanno dato lavoro a una miriade di professionisti (ingegneri, architetti, geometri, ecc.) che negli anni scorsi, a loro totale onere e rischio, hanno contribuito alla creazione di un parco progetti presso le Pubbliche amministrazioni, mettendo così gli enti pubblici, senza alcun loro investimento economico, nelle condizioni di avere dei progetti cantierabili, ottenere i relativi finanziamenti e mettere in moto l’occupazione migliorando i servizi sociali e le infrastrutture”.
Sul tema, Giovanni La Via, europarlamentare, aveva richiesto lumi alla Commissione parlamentare tramite una interrogazione per capire le eventuali ripercussioni sull’ammissibilità a finanziamento delle competenze tecniche dovute al progettista dell’opera pubblica incaricato senza gara di evidenza pubblica, ma nel rispetto delle leggi regionali al momento del conferimento dell’incarico. La risposta della Commissione ha chiarito che per quanto riguarda l’incarico conferito senza gara il finanziamento di un’opera con fondi comunitari comprende le competenze tecniche professionali, ancorché “l’incarico è stato conferito senza gara di evidenza pubblica prima della fine del periodo di recepimento delle prime norme comunitarie che disciplinano l’aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi, ma nel rispetto delle leggi interne vigenti al momento del conferimento dell’incarico di cui alla direttiva 92/50/Cee”.
 
La celerità della Commissione, che ha finalmente fatto luce sull’interpretazione della norma, ha permesso al dipartimento regionale di predisporre una circolare che non lascia “adito a eventuali differenti spiegazioni”. Ci sono insomma le coordinate perché le stazioni appaltanti “possano effettuare una preventiva valutazione – si legge nel testo della direttiva – dell’ammissibilità a finanziamento comunitario delle competenze tecniche dei progetti presentati”.
Soddisfazione da parte degli addetti ai lavori. “Non è una novità di poco conto – prosegue l’ingegnere Grasso – se si pensa che quasi tutti i Comuni dell’Isola, pur essendo in possesso di progetti cantierabili o che possono essere resi tali, avevano paura e non presentavano la relativa richiesta di finanziamento in quanto, un’interpretazione distorta delle indicazioni comunitarie ha creato dubbi e confusione anche in molti funzionari pubblici, ottenendo, come diretta conseguenza, un fortissimo rallentamento dell’attività costruttiva in Sicilia per la paventata ipotesi che il finanziamento dell’opera avrebbe comportato l’esclusione del finanziamento delle competenze tecniche, che dovevano essere assunte a pieno carico dell’ente interessato. Cosa inattuabile se si pensa che nella maggioranza dei casi gli enti pubblici hanno spesso difficoltà a far quadrare il loro bilancio per pagare gli stipendi al proprio personale”.
Adesso è ora di agire. Dopo aver perso anni a causa di una distorta interpretazione, che ha causato danni ingenti in tema di riduzione di risorse europee per i lavori pubblici, i comuni dovranno muoversi per recuperare il tempo perduto e avviare una serie di azioni per rimettere in piedi infrastrutture ed edilizia. I benefici saranno molteplici: a partire “dall’ottenimento di un maggiore numero di attrezzature e infrastrutture nel territorio regionale fino all’incremento dell’attività economica del settore delle costruzioni i cui riverberi sono di amplissimo raggio in tutti i settori economici” passando per “l’accesso ai finanziamenti per la fornitura di servizi tecnici” e “l’incremento del settore occupazionale per tanti giovani professionisti”.

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