“In casa non entrerà nessuno”, parla il figlio dell’uomo che a Vittoria si diede fuoco per impedire che gli fosse tolta l’abitazione. Sfratti e drammi umani: gli sviluppi giudiziari del caso Guarascio, dopo un anno
VITTORIA (RG) – “Le sentenze non si commentano ma si impugnano. In merito a quello che ha deciso il giudice, noi non abbiamo niente da dire ma, al di là di questo, a casa nostra non entrerà nessuno fino a quando non si farà chiarezza su diversi aspetti”. Antonio Guarascio parla in maniera risoluta dopo la sentenza del Tribunale del Riesame di Ragusa. Suo padre, quasi un anno fa, si diede fuoco nella sua casa di Vittoria, davanti all’ufficiale giudiziario che si era presentato per la terza volta per l’esecuzione di sfratto. Per un debito con una banca, infatti, l’abitazione della famiglia Guarascio era stata venduta all’asta qualche anno fa e aggiudicata a Orazio Sciagura.
Indagini e inchieste vanno avanti da quel tragico 16 maggio dello scorso anno e non sembrano ancora concludersi. Le ipotesi avanzate riguardano i reati di estorsione e turbata libertà degli incanti, giudicati comunque, nell’ultima sentenza, “meri sospetti, privi di una consistenza concreta”. L’abitazione è stata pignorata oltre un decennio fa ma l’aggiudicazione, come dice una nota della stessa Guardia di Finanza di Ragusa, è seguita a numerose altre aste andate deserte. Oltre a Orazio Sciagura, c’era stato soltanto un altro acquirente per l’acquisto dell’immobile, parente tra l’altro di Giovanni Guarascio, che aveva però, come si legge nel verbale, “verosimilmente rinunciato ad effettuare un’offerta in aumento rispetto al prezzo di base d’asta”.
Secondo la sentenza del 28 marzo 2014, infatti, l’acquirente si è ritirato “dalla gara per le pressioni ricevute in data 26 maggio 2012 proprio da Guarascio Giovanni”. La casa, venduta quindi all’asta per circa 26 mila euro, era stata comunque sequestrata e affidata alla vedova Guarascio il 10 marzo scorso per turbativa d’asta ma con la nuova sentenza il provvedimento di sequestro è stato di fatto annullato, con la disposizione di restituire l’immobile all’avente diritto. A Orazio Sciagura, difeso dall’avvocato Carmelo Scarso del foro di Modica, spetterebbe quindi la reale proprietà della casa ma la vicenda, a quanto pare, non si concluderà molto facilmente.
“Siamo ancora all’inizio – ha detto Antonio Guarascio – anche se è passato un anno. Adesso dobbiamo vedere che piega prende l’azione giudiziaria anche perché, come è stato scritto anche sulla stampa, il procuratore farà ricorso in Cassazione. Ci interessa fare chiarezza su tutta la vicenda: se alla fine della corsa si vedrà che non c’è stata nessuna irregolarità allora noi riscatteremo la casa. Da quello che ha detto anche il procuratore, però, dalle indagini della Gdf sono emerse molte anomalie su tanti passaggi, su tante cose. Noi confidiamo sempre sul lavoro della magistratura”.
Per il riscatto della casa, la famiglia Guarascio ha raccolto circa 80 mila euro grazie alle donazioni arrivate da tutta Italia. Le polemiche, però, non sono mancate: molti si sono chiesti dove sono finiti questi soldi e perché la casa non è ancora stata acquistata. “C’è stato un morto in mezzo – ha risposto al QdS Antonio Guarascio – Mio padre ha perso la vita, mica basta incontrarsi con questa gente e dire ‘quanto costa la casa’. Vogliamo fare chiarezza, non è con una stretta di mano che si arriva a concludere la cosa, a riscattare la nostra casa. Siccome ci sono delle indagini in corso, noi vogliamo sapere quello che veramente è successo”.