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Palermo – Imposte locali, la Giunta decide su aliquote, acconti e scadenze

Gaspare Ingargiola

Palermo – Imposte locali, la Giunta decide su aliquote, acconti e scadenze

giovedì 15 Maggio 2014

L’amministrazione ha deciso di far pagare la tassa sui servizi indivisibili ai proprietari ma non agli inquilini. Approvata la bozza di regolamento della Tasi: il gettito previsto è di 19 mln €

PALERMO – E con l’estate arriva il tempo dell’imposta comunale. O, meglio, di una delle tre tipologie di cui si compone la nuova Iuc, l’imposta unica comunale, che, secondo la legge 147 del 13 dicembre 2013 o legge di Stabilità, si divide in Imu, l’imposta patrimoniale sulla seconda casa, Tari, la tassa sui rifiuti che sostituirà la Tares, e Tasi, l’imposta sui cosiddetti servizi indivisibili, quelli cioè che i Comuni non offrono ai singoli: la pubblica illuminazione, l’arredo urbano, la manutenzione stradale e della rete idrica e via discorrendo.
Ebbene, con due delibere la Giunta Orlando ha sancito che il primo acconto della Tari, pari al 50% della Tares 2013, dovrà essere versato entro il 31 luglio per finanziare la raccolta dei rifiuti e inoltre ha approvato la bozza di regolamento e le aliquote della Tasi, che interesserà gli immobili di qualunque genere a prescindere dall’uso cui sono adibiti, dai fabbricati alle aree scoperte ai terreni edificabili.
Il gettito previsto è di 19 milioni di euro, utili a coprire una parte dei servizi indivisibili di Palermo, che costano 110 milioni di euro. La legge di Stabilità fa decidere ai Comuni se applicare la Tasi solo alla prima casa o anche alle seconde e se farla pagare sia ai proprietari sia agli eventuali affittuari. In questo secondo caso, la quota degli inquilini oscilla tra il 10% e il 30%, in base a quanto sancisce il regolamento comunale.
La Giunta Orlando, tuttavia, ha deciso di non estendere la nuova tassa agli inquilini e di limitarla soltanto alla prima casa con un’aliquota del 2,9 per mille a fronte di un tetto massimo del 3,3. Ciò non vuol dire che le altre proprietà saranno esenti da tributi: “per il 2014 – si legge nella delibera – verrà applicata, per gli immobili diversi dall’abitazione principale, l’aliquota base dell’1 per mille in maniera automatica per tutti gli immobili oggetto della tassazione”. Le scadenze individuate dall’amministrazione sono le stesse dell’Imu: 16 giugno e 16 dicembre.
Non mancano, però, i problemi. Prendiamo le date. Il decreto Salva Roma ter ha prorogato dal 30 aprile al 31 luglio la presentazione dei bilanci di previsione 2014 e il Comune di Palermo, al pari di tanti altri, si è preso un po’ di tempo in più per stabilire regolamento e aliquote Tasi. Se questi saranno approvati dal Consiglio comunale entro il 23 maggio i proprietari di immobili si dovranno adeguare alle decisioni di piazza Pretoria e pagare il primo saldo del 16 giugno, grossomodo pari al 50% dell’aliquota massima, che il governo Renzi ha fissato allo 0,8 per mille ratificando una proposta del precedente governo Letta. Se salta la data del 23, invece, i possessori pagheranno tutto a dicembre in un’unica soluzione.
Stesso discorso per l’Imu: il tetto massimo è fissato al 10,6 per mille, il primo acconto al 5,3. Stando alla legge di Stabilità la somma di Imu e Tasi non dovrebbe superare l’11,4 per mille ma con aliquote Imu così elevate si potrebbe arrivare anche all’11,6: una stangata mica da ridere. A rendere questa tassa una vera e propria incognita si aggiunge il fatto che nelle case dei palermitani non arriveranno i bollettini precompilati, inizialmente promessi dal ministero dell’Economia, con gli importi esatti da versare: saranno i contribuenti a dover compilare di proprio pugno i modelli F24.
Per tutti la Tasi si calcola sulla base della rendita catastale dell’immobile moltiplicata per un 5% fisso e per un’altra percentuale variabile in base alla destinazione dell’immobile stesso. Capitolo detrazioni: “Nei casi in cui si dovrà pagare la Tasi – si legge in una nota di piazza Pretoria – è prevista una detrazione fissa di 50 euro per unità immobiliare più una detrazione di 20 euro per ogni figlio minorenne, per ogni figlio portatore di handicap senza limiti di età, per ogni minore in affido e per gli anziani proprietari che abbiano più di 70 anni”. “Questo tributo di fatto reintroduce l’Imu sulla prima casa – sostiene l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato – ma con entrate inferiori per quattro milioni, che richiederanno ulteriori tagli”.

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