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Messina – Atm, la rivoluzione non arriva in città circolano solo 20 bus

Francesco Torre

Messina – Atm, la rivoluzione non arriva in città circolano solo 20 bus

giovedì 15 Maggio 2014

Trasporti urbani sempre in crisi, mentre potrebbe crescere il danno per la truffa del chilometraggio. Per l’azienda si cerca un nuovo management. Intanto l’Orsa torna a protestare

MESSINA – Un segnale di cambiamento. Così era stato definito l’aumento dei bus in strada voluto dalla nuova Amministrazione comunale. Un risultato difficilissimo considerato il vetusto parco macchine dell’Atm, e per questo ancor più apprezzato dai cittadini. Ma del tutto inutile, se è vero – come affermato dall’Orsa sulla base di un monitoraggio effettuato tra il 28 aprile e il 2 maggio – che la media dei bus in servizio quotidiano è tornata ad essere di 23 mezzi, con punte minime di 18 vetture al giorno. Proprio come 10 mesi fa.
“Lo scenario di queste settimane – specifica al proposito Paolo Frigione, responsabile Coordinamento Autisti Orsa – è quello dello scorso anno con rioni e villaggi completamente abbandonati a se stessi e le linee 74, 17, 47, 76, 41, 43, 79, 2, 81b, 77, 70, 13, 15, 10 fortemente ridotte o completamente scomparse per carenza di mezzi”.
La cosa non sorprende. Il quadro descritto dall’Orsa, con i servizi dell’Atm in picchiata proprio nel momento in cui sono stati pagati tutti gli arretrati ai dipendenti, è diretta conseguenza di una stagione di assoluto immobilismo che contrasta fortemente sia con i proclami iniziali sia con i documenti fin qui prodotti. Come conciliare infatti la diminuzione dei mezzi in servizio, e dunque dei chilometri percorsi, con quanto scritto nella bozza del piano di riequilibrio decennale del Comune, che al contrario per il 2014 prevedeva il raddoppio dei mezzi e dei chilometri, e conseguentemente dei contributi regionali a fronte di una sensibile diminuzione di quelli comunali? Obiettivi ribaditi peraltro anche nel recente “atto di indirizzo per l’adeguamento dell’efficienza organizzativa” redatto dal Dipartimento Mobilità Urbana e Viabilità, ma che con gli standard attuali non potranno mai essere raggiunti.
I dati dell’Orsa non sono stati smentiti né dal Comune né dall’Atm, quindi sono veri. E pongono ancora una volta delle domande: che fine ha fatto il Contratto di servizio annunciato mesi fa? Che risposta darà la Giunta alla bocciatura del bilancio Atm 2012 da parte dei Revisori dei Conti? Perché è sfumato l’accordo con Atm Milano per l’acquisto di 8 mezzi usati a un prezzo che era stato giudicato dallo stesso commissario Manna “particolarmente conveniente”? E ancora: cosa si intende fare con la delibera del febbraio 2012 – mai revocata – che prevedeva la costituzione di una nuova Spa? Perché è stato bloccato l’iter pubblico per la selezione di un direttore generale e quando arriverà questo fantomatico management esterno di cui si parla da settimane? E infine: chi pagherà i 17 milioni di euro di risarcimento che chiede la Regione nel processo riguardante la truffa del chilometraggio?
Solo dalla qualità delle risposte a queste domande si potranno comprendere le reali chance di questa Amministrazione (ammesso che in un anno non è ancora stato fatto nulla) nel cambiare rotta al destino di Atm.
In settimana l’assessore comunale alla Mobilità Gaetano Cacciola, invero probabilmente il più attivo di tutta la Giunta Accorinti, ha partecipato ad un dibattito pubblico su Atm, annunciando ancora una volta l’arrivo di un nuovo management, comprendente un direttore generale e consulenti tecnici, probabilmente da Torino. È per seguire questa strada – per quanto ci è dato di comprendere – che la Giunta ha sospeso l’iter concorsuale già avviato dal commissario Manna. Ci si chiede: questi manager piemontesi non avrebbero potuto partecipare al concorso? Non sarebbe stato un modo più trasparente e meritocratico per assumere personale dirigente?
Quanto invece al processo sui rimborsi gonfiati ai danni della Regione, in Tribunale periti della Procura e avvocati difensori si stanno danno battaglia sui calcoli tecnici, ma potremmo essere alle battute finali: il 20 giugno ci sarà una nuova udienza, e mentre la Regione aveva quantificato il danno in 17 mln €, la Procura arriva ad addebitarne addirittura 19. Una cifra che metterebbe definitivamente in ginocchio l’azienda di via la Farina.

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