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Edilizia e ristrutturazione, certificati bianchi per rilanciare il settore

Edilizia e ristrutturazione, certificati bianchi per rilanciare il settore

Il Gestore dei servizi energetici mostra il boom dei certificati bianchi. Gli addetti ai lavori: siano volano per il rilancio della ristrutturazione edilizia

Nel corso del 2013 chi ha richiesto un mutuo in banca o su internet (uno dei cosiddetti mutui on line) lo ha fatto spesso non tanto per comprare casa, quanto piuttosto per ristrutturarla, grazie anche agli ecobonus per gli interventi finalizzati al risparmio energetico. La nuova sensibilità ecologica, che fa bene all’ambiente e al portafoglio, non è appannaggio esclusivo dei privati, ma sempre più anche di aziende e Pubblica Amministrazione.
 
Lo sa bene il Gestore dei servizi energetici, che ha fatto un bilancio dei primi dieci anni di vita dei Titoli di efficienza energetica, forse più conosciuti come certificati bianchi. Parliamo di quei documenti che attestano il raggiungimento di una certa quota di risparmio energetico equivalente a un certo numero di tonnellate equivalenti di petrolio, in seguito all’avvio di lavori di ristrutturazione e miglioramento dell’efficienza energetica.
 
Le richieste di certificati bianchi sono costantemente aumentati dal 2003, raggiungendo il picco nel 2013, anno in cui è stato rilasciato il triplo dei Tee rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nell’ultimo decennio sono stati emessi ben 6 milioni di certificati, ciascuno dei quali vale circa 800 euro di risparmio sui consumi energetici.
 
Possono farne domanda sia le aziende che le Pubbliche Amministrazioni per i propri progetti di riqualificazione energetica. In effetti, il successo di questi strumenti è sotto gli occhi di tutti: “Nei primi quattro mesi del 2014 sono state presentate circa un migliaio di proposte di progetto, che porteranno a emettere Tee per un valore complessivo di oltre cento milioni di euro”, ha dichiarato al Sole 24 Ore Giovanni Campaniello, amministratore unico di Avvenia, società specializzata nella consulenza energetica per le aziende.
 
Campaniello ha aggiunto che l’ottimizzazione dei consumi raggiunta anche grazie ai certificati bianchi “è riuscita a garantire una riduzione delle emissioni di origine industriale di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2”, e consiglia di avvalersene, soprattutto perché si tratta di un investimento che si recupera in fretta. “Il contributo dei certificati bianchi è tra il 70 e l’80% del taglio ottenuto sulla bolletta: se con l’efficientamento si raggiungono risparmi per 10 mila euro annui, vengono riconosciuti 8 mila euro per cinque anni; così l’investimento, che ad esempio è stato di 30mila euro, non ritorna in tre anni, ma in meno di due”.