Censimento Istat, in Sicilia bene il no profit - QdS

Censimento Istat, in Sicilia bene il no profit

Rosario Battiato

Censimento Istat, in Sicilia bene il no profit

mercoledì 18 Giugno 2014

Tra il 2001 e il 2011 il numero delle imprese attive nell'Isola è cresciuto del 10,1%, con picchi a Ragusa, Siracusa e Catania

PALERMO – Ad Agrigento la tappa siciliana del tour nazionale dell’Istat per la presentazione del Censimento generale dell’Industria e dei servizi aggiornato al 2011. Dal rapporto emerge l’evoluzione dell’economia siciliana dai primi anni duemila al periodo della crisi. Il quadro siciliano è stato fornito da una mole di dati abbastanza corposa che deriva da 20mila istituzioni no profit, 700 istituzioni pubbliche e un significativo numero di imprese. “Dal censimento – si legge nella nota dell’istituto di statistica – emerge una realtà regionale contraddistinta dalla rilevanza assoluta dei settori commercio, alberghi e ristorazione e dei servizi alle imprese, invece il settore più dinamico è quello della sanità e assistenza sociale”. In netta crescita il non profit siciliano che ha registrato aumenti a due cifre nell’ultimo decennio. La regione ha una dinamica maggiore della media per crescita di istituzioni (+19,3%) e addetti alle unità locali (+20,9%). Crolla il personale della Pa per Università ed Enti di ricerca, ma cresce per Regione, Comuni e Province. 
 
I dati in dettaglio dicono che al 31 dicembre del 2011 le imprese attive in Sicilia sono 271.714, il 10,1% in più rispetto al 2001 (+8,4% la variazione a livello nazionale). Sotto il profilo territoriale, la crescita relativamente più sostenuta si rileva nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania, con dinamiche superiori al 10%. Le imprese occupano 440mila lavoratori dipendenti, 282mila indipendenti, 16mila esterni e circa 1.200 temporanei (ex interinali). Nell’Isola le imprese con gli addetti nelle unità locali sono più numerosi di quelli complessivamente occupati dalle imprese con sede amministrativa nella regione: “ciò indica la presenza in Sicilia di unità produttive di imprese con centro direzionale localizzato altrove – scrivono dall’Istat – e contribuisce a spiegare la ridotta dimensione media delle imprese siciliane (2,7 addetti per unità locale; 3,4 in Italia)”.  Il 57,3% dei dipendenti ha la qualifica di operaio, il 35,6% di impiegato e il 4,7% di dirigente/quadro. La maggiore quota di operai, rispetto alla media nazionale, è in linea con la struttura produttiva che caratterizza la regione, in cui prevalgono le piccole imprese distrettuali. 
 
Il comparto più dinamico è ricoperto dalle organizzazioni non profit attive in Sicilia che sono 19.846 (+19,3% rispetto al 2001, anno dell’ultima rilevazione censuaria del settore). Nelle oltre 22 mila unità locali insediate nel territorio regionale operano circa 42 mila addetti, 15 mila lavoratori esterni e 235 mila volontari1. Rispetto al 2001, il personale dipendente cresce del 21%. All’interno di questo florido comparto a dettare legge è il settore della Cultura, sport e ricreazione nel quale si concentrano oltre 12 mila istituzioni, pari al 61,7% del totale. I dipendenti, invece, sono impegnati per il 79% in altri tre settori: Assistenza sociale e protezione civile, Istruzione e ricerca e Sanità. 
 
Anche la Pubblica amministrazione si è contratta: rispetto al 2001 si contano 705 istituzioni pubbliche, il 24,6% in meno rispetto alla precedente rilevazione del 2001. Le unità locali siciliani sono circa 9mila per 276mila dipendenti, al netto dei militari e delle forze di polizia, 29mila meno del 2001. Il calo si è realizzato anche nelle unità locali dell’Amministrazione dello Stato (comprese le scuole) con una riduzione del 18,9%. Il dato, tuttavia, va scansionato più in dettagliato perché ad avere accusato la maggiore contrazione sono le Camere di Commercio, Ordini e collegi professionali, Università ed enti di ricerca) per il 24,4% mentre più contenuto è il dato che riguarda Aziende ed enti del servizio sanitario nazionale (-3%). Invertono la tendenza i Comuni, la Regione e le Province, invece, nel decennio hanno aumentato i loro addetti (+11,1% i primi, +10,0% la seconda e +8,1% le terze). 

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