Chimica ed energia, 5 miliardi di investimenti per la Sicilia - QdS

Chimica ed energia, 5 miliardi di investimenti per la Sicilia

Rosario Battiato

Chimica ed energia, 5 miliardi di investimenti per la Sicilia

venerdì 27 Giugno 2014

La Filctem elenca gli investimenti potenziali per l’Isola: occorre un progetto organico di sviluppo. Dall’acqua alla raffinazione, i nodi per rilanciare vocazione industriale e occupazione

PALERMO – Ripartire dal tessuto produttivo più colpito dalla grande crisi per rilanciare la Sicilia, perché questa regione è “a vocazione industriale”. Lo hanno ribadito con convinzione i delegati della Filctem Cgil Sicilia in occasione di un incontro dal titolo #industriamocioggi!, che si è svolto a Siracusa nei giorni scorsi. Per l’Isola sono disponibili 5 miliardi di euro di investimenti, anche se potrebbero arrivare fino a 8 sbloccando altre risorse, per un progetto organico di sviluppo che comprende i comparti dell’energia, dell’acqua e del gas.  
Investimenti per rilanciare in grande stile lo sviluppo dell’Isola e attivare migliaia di nuovi posti di lavoro. L’incontro siracusano, un attivo sindacale dei quadri e dei delegati finalizzato a fare il punto della situazione in alcuni settori strategici attraverso un confronto interno dei rappresentanti di categoria e della Cgil di tutta la Sicilia, è servito a lanciare l’idea di “costruire una piattaforma rivendicativa – ha spiegato Giuseppe D’Aquila, segretario della Filctem – sulla quale avviare un confronto di merito con la Regione siciliana. C’è un potenziale enorme dell’industria siciliana che oggi non viene adeguatamente valorizzato, per mancanza di volontà della politica e a causa di un muro di burocrazie imponenti”.
Segnali di sblocco in effetti ce ne sono, come l’apertura del ministero alla proposta di calcolare una media ponderata tra la concentrazione dei fumi emessi per la produzione di corrente ad uso interno e quella degli inquinanti prodotti per l’elettricità destinata alla vendita così come proposto dalla Raffineria di Gela che, quindi, parrebbe lanciare segnali di speranza in merito al via libera all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e quindi, verosimilmente, agli investimenti per 700 milioni di euro promessi dall’Eni nel luglio dello scorso anno. Ma la Filctem osa di più: “è arrivato il momento – ha sostenuto D’Aquila- che la regione abbia un progetto di sviluppo organico che comprenda chimica, petrolchimica, energia, acqua, farmaceutica e il manifatturiero di eccellenza ed è per raggiungere questo obiettivo che svilupperemo la nostra iniziativa”.
Per la Regione, invece, soltanto critiche. E qui i sindacati si piazzano in un incrocio di consenso, certamente per ragioni diverse, con gli ambientalisti che di recente avevano duramente criticato l’accordo tra Regione e Assomineraria, 2,4 miliardi di investimenti in quattro anni per 7mila posti di lavoro, a causa delle dinamiche “poco chiare, maturate nel segreto delle stanze della regione”. D’Aquila ha spiegato “che al momento ci troviamo di fronte ad un proclama di buone intenzioni che non possono bastare”, aggiungendo che “non si capisce quali siano i piani industriali, i piani di investimento e con quali ricadute positive reali”.
I sindacati affrontano anche problemi infrastrutturali di primo piano, come l’annosa questione del sistema idrico isolano. Da una parte la richiesta del “mantenimento del controllo pubblico con una gestione di tipo industriale” e dall’altra la denuncia “per aver perso l’opportunità di investire 1,2 miliardi di euro di cui parte finanziati dalla comunità europea, e la possibilità di aumentare del 40% l’occupazione nel settore”. In questo caso, si tratta del finanziamento del Cipe per gli impianti di depurazione, c’è ancora da attendere l’ultima scadenza di fine giugno per un impiego delle somme che allo stato dell’arte si attesta a livelli ridicoli.
Tirando le somme, abbiamo 2,5 miliardi di risorse potenzialmente generabile tra Siracusa, Ragusa e Gela elencate dal segretario della Filctem, tramite “Versalis , Esso, Sasol, Syndial, Edison e altre”, 2,4 miliardi dall’accordo Regione-Assomineraria, un miliardo dal rigassificatore di Porto Empedocle, 700 milioni per la Raffineria di Gela, 1 miliardo da Terna per adeguare la rete elettrica, un altro miliardo per le gare d’ambito nella distribuzione del gas.

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