Da qualche mese è stato approvato il registro delle Unioni civili, ma è rimasto inattuato. Diritti Lgbtqi: si è concluso sabato scorso il locale Pride 2014
CATANIA – Si è conluso sabato pomeriggio con la coloratissima parata lungo le vie del centro, in contemporanea con altre dieci città italiane, il Catania Pride 2014. Cinque giorni fitti di appuntamenti: dalla presentazione della Guida UNAR al lavoro per le persone Lgbtqi, al pomeriggio dedicato a femminismi e gender politics, dallo spettacolo drag "Gran Varietà" alla presentazione del libro "Besame Mucho" e alla festa di finanziamento, passando per la pink dinner organizzata da Catania Bene Comune e numerosi altri dibattiti.
Filo conduttore degli appuntamenti lo slogan "L’omo nobilita il lavoro", anche se i temi messi in discussione sono stati numerosi e molto spesso inerenti la sessualità, tanto da far pensare già al tema per la prossima edizione: Eros e corpo.
Nella già difficile condizione generale in cui molti e molte, indipendentemente dagli orientamenti sessuali e dal genere, vivono enormi difficoltà a trovare lavoro, si inserisce l’ulteriore difficoltà legata alla discriminazione per orientamento sessuale e per identità di genere, da cui la proposta di ribaltare la concezione di dover lavorare per vivere: prima sono, poi lavoro.
Tante le associazioni coinvolte, sensibili al tema della difesa dei diritti civili di tutte e tutti e testimonianza che Arcigay sia una realtà in relazione politica forte con la città. Città che, però, troppo spessa sembra rimanere sorda rispetto alla richieste della comunità Lgbtqi. Un atteggiamento che coinvolge le amministrazioni: da qualche mese ormai è stato approvato, non senza polemiche, un documento per l’istituzione dei registri delle unioni civili. Della sua attuazione, però, nessuna notizia.
Il Catania Pride è stata anche l’occasione per la richiesta al sindaco Bianco, presente alla manifestazione, di concretizzare il contenuto del documento, oltre che per l’avanzamento di nuove proposte da parte di Arcigay: un checkpoint per le malattie sessualmente trasmissibili, una casa di accoglienza per giovani omosessuali che, dopo il coming out, vengono abbandonati dalle famiglie, e un’attenzione per la comunità Lgbtqi over 50.