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Palermo – Pedonalizzazioni, tutti le vogliono ma alla fine in pochi le rispettano

Gaspare Ingargiola

Palermo – Pedonalizzazioni, tutti le vogliono ma alla fine in pochi le rispettano

martedì 29 Luglio 2014

Necessario un giro di vite da parte dell’amministrazione comunale e della Polizia municipale. Controlli al lumicino e scarso senso civico di troppi automobilisti indisciplinati

PALERMO – A parole le vogliono tutti, ma nei fatti le pedonalizzazioni, nel capoluogo siciliano, finiscono sempre al centro di battibecchi fra opposte tifoserie e soprattutto non vengono rispettate a dovere, vuoi per mancati controlli (260 addetti alla Polizia stradale devono sorvegliare 9 mila strade), vuoi per lo scarso senso civico degli automobilisti che, come succede regolarmente a piazza San Domenico, spostano le piante che delimitano l’isola e irrompono con la propria vettura sotto lo sguardo sbigottito di turisti e passanti.
L’ultimo episodio risale alla notte del Festino di Santa Rosalia, quando l’intera area pedonalizzata è stata trasformata in un grande parcheggio, come hanno testimoniano le foto pubblicate dall’associazione “Mobilita Palermo”. Ma praticamente ogni sera l’aera viene violata per consentire il transito e il posteggio ad auto e moto. La querelle sulle pedonalizzazioni non si limita solo a questa piazza, ma è un argomento più ampio che coinvolge qualsiasi zona della città interdetta alle auto. Poche settimane fa per la chiusura della Favorita si scatenò un putiferio che mise contro pedoni e automobilisti, mentre l’estensione dell’isola pedonale in piazza Verdi, al Teatro Massimo, nei primi giorni non ha frenato le incursioni dei mezzi a motore, tanto che la Polizia municipale è stata costretta a rafforzare i controlli elevando parecchie multe e a rivedere la posizione dei dissuasori per ridurre il numero di ingressi non autorizzati.
L’inciviltà a volte è più nascosta: nello spiazzo di fronte la chiesa di San Francesco Saverio all’Albergheria, una delle micropedonalizzazioni volute dall’ex assessore al Centro storico Agata Bazzi (e finite in una bolla di sapone), i “soliti ignoti” hanno divelto i dissuasori di cemento armato pochi giorni dopo la loro installazione. Il flop si è registrato anche per gli esperimenti in via Roma, all’Acquasanta o su una parte del litorale di Mondello.
Eppure oggi nessuno si sognerebbe di mettere in discussione via Principe di Belmonte, la chiusura di piazza Bellini e piazza Pretoria (sempre col metodo delle fioriere) è stata felicemente accolta da decine e decine di turisti e anche la zona a traffico limitato di via Maqueda, dopo qualche titubanza iniziale, ha strappato consensi tra commercianti e residenti. Anzi, ora esiste anche un comitato, “Maqueda pedonale”, che ha organizzato feste all’aperto come per San Valentino o per il Festino e ha contribuito alla riapertura, anche solo per poche ore, della Galleria delle Vittorie, abbandonata da anni.
Il dibattito pubblico sulle pedonalizzazioni è acceso anche nelle grandi metropoli come Roma o Milano mentre in Europa i centri storici sono protetti dalle auto e dallo smog con divieti e restrizioni. Anche il sindaco Leoluca Orlando voleva farne il fiore all’occhiello del suo quarto mandato a Palazzo delle Aquile ed effettivamente, dopo il rimpasto in giunta che ha portato alla Mobilità l’assessore Giusto Catania, l’accelerazione c’è stata: via Maqueda è stata rivisitata, le “orribili piante” (a detta del primo cittadino) sono state sostituite con nuove fioriere ed è stata realizzata una pista ciclabile che potrebbe diventare il primo tratto di un circuito che un domani attraverserà tutto il centro storico.
 
Catania ha presentato un cronoprogramma di oltre 160 pedonalizzazioni distribuite nei Quattro Mandamenti da mettere a punto entro fine anno e nel Piano triennale delle opere pubbliche del 2014 per la viabilità e i parcheggi sono previsti 172 interventi a un costo di 1,5 miliardi di euro, anche se la fetta più grossa sarebbe assorbita dalla Metropolitana automatica leggera. Durante un recente incontro con i cittadini alla Gam, l’assessore Giusto Catania ha ammesso che “alcune piazze sono chiuse solo sulla carta”, e ha promesso un giro di vite contro doppie file e sosta selvaggia grazie al rilancio dello Street Control. Un altro software, il Visum, capace di analizzare i grandi flussi di traffico, è finito al centro delle polemiche in Consiglio comunale per il suo mancato utilizzo da parte dell’amministrazione per mancanza di fondi per la formazione del personale.
 

 
L’assessore comunale alla Viabilità, Giusto Catania: “In città i divieti diventano consigli”
 
PALERMO – L’assessore comunale alla Viabilità, Giusto Catania, ha affermato che “se le isole pedonali vengono continuamente violate c’è anche un problema di inciviltà. Noi le pedonalizzazioni continueremo a farle, a monitorarle e a fare le multe. Per quanto riguarda piazza San Domenico, installeremo le fioriere sul modello di via Maqueda per impedire l’ingresso delle auto”.
“Se ci sono state violazioni delle isole pedonali – ha precisato il comandante della Polizia municipale, Vincenzo Messina – intensificheremo i controlli, che già ci sono. Fa specie che i divieti siano ignorati da alcuni, le isole pedonali dovrebbero essere vissute come un bene comune. Per piazza San Domenico servono dissuasori più convincenti e so che l’assessorato al Verde sta facendo un ragionamento in questo senso perché il sistema di via Maqueda funziona. È chiaro che, per ogni nuova pattuglia che sono costretto a inviare a presidio del territorio, c’è una pattuglia in meno per un altro servizio”.
“In questa città – ha aggiunto il vice comandante della Polizia municipale, Luigi Galatioto, che guida il Servizio di mobilità e sicurezza – deve cambiare la cultura. Se qualcuno entra nell’area pedonale la colpa non è del vigile che non c’è ma del cittadino che non rispetta le regole. Qui i segnali stradali non sono vissuti come obblighi o divieti ma come consigli. In via Maqueda e in piazza San Domenico sono previste tre pattuglie fisse di giorno mentre nelle ore serali le pattuglie sono poche e non riusciamo a essere presenti come vorremmo. La presenza costante del vigile è impossibile, dovremmo militarizzare la città. A Palermo ci sono 9 mila strade, ci vorrebbero 18 mila vigili e invece ce ne sono 1.400”.
“Gli addetti alla Polizia stradale – ha concluso Galatioto – sono 260. Invito ancora una volta i cittadini a capire che l’area pedonale è in vigore se c’è una segnaletica, non se c’è un vigile”.

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