Un mercato rilevante che arreca danni ingenti all’economia legale e pone seri rischi per la salute dei consumatori, spesso ignari della pericolosità di beni realizzati senza il minimo rispetto degli standard qualitativi necessari. Ad esso si associano tutta una serie di comportamenti illegali che vanno dal lavoro nero all’immigrazione clandestina, dallo sfruttamento della mano d’opera all’assenza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.
I servizi di controllo dei militari del Gruppo di Catania si sono incentrati nelle zone della stazione ferroviaria e della stazione dei pullman di piazza Borsellino proprio per rilevare l’arrivo dei venditori abusivi che si avviano verso la playa per smerciare i loro prodotti contraffatti. Ed è stato così che è stato controllato un cittadino cingalese, sorpreso, proprio alla fermata dei pullman, con un carrellino artigianale su cui erano sistemati prodotti e accessori di telefonia contraffatti. Dal controllo dell’ambulante, si è risaliti, nell’ambito delle attività volte all’individuazione dei luoghi di approvvigionamento della merce illecita, a un esercizio commerciale gestito da un soggetto cinese di 40 anni.
Analoghi interventi sono stati condotti dalla Compagnia di Riposto e dalla Tenenza di Acireale sul litorale jonico e dell’acese. Sono stati sottoposti a sequestro circa 400 prodotti recanti il marchio contraffatto. In particolare, i militari della Compagnia di Riposto, in due distinte attività, lungo i litorali di Mascali e di Fiumefreddo di Sicilia (località Marina di Cottone) hanno sorpreso alcuni soggetti extracomunitari con due bustoni di plastica, tipici degli ambulanti abusivi. Il successivo controllo ha permesso di sottoporre a sequestro circa 300 prodotti, tutti rigorosamente recanti segni mendaci, tra scarpe, occhiali e borse.
Mentre i finanzieri della Tenenza di Acireale hanno individuato un ambulante nella zona fra Acicastello e Acitrezza con una bancarella mobile intento nella venta soprattutto di occhiali contraffatti. Si tratta solo degli ultimi interventi, in ordine di tempo, della Guardia di Finanza catanese a contrasto del fenomeno della contraffazione e della vendita di prodotti in violazione dei requisiti di sicurezza.
In tal senso, si osservano due principali flussi di arrivo della merce illegale: il primo, più rilevante nelle quantità, ma di minore accuratezza nella produzione, è relativo al mercato cinese, in grado di convogliare enormi volumi di prodotti. Al riguardo, si ricorda, tra le altre, l’operazione “fiume giallo” condotta dai militari del Gruppo di Catania che ha permesso di individuare un deposito nell’hinterland catanese, al cui interno erano stoccati oltre 4 milioni di articoli contraffatti o non sicuri; il secondo flusso è connesso ai prodotti provenienti dall’area campana. In tal caso si tratta di capi di abbigliamento, borse e scarpe molto simili agli originali. La Gdf ha ricordato in proposito, l’operazione “contropacco”, ove i finanzieri etnei hanno individuato spedizioni da Napoli di merce contraffatta, in prevalenza capi di pelletteria, destinate a soggetti extracomunitari operanti nella provincia.