CATANIA – Esiste un Pops (Piano organizzativo per la produzione di servizi) nel Comune di Catania? Ovvero, l’ente ha un omologo di quello che in un’azienda si chiamerebbe Piano industriale? La risposta è no. E il direttore generale Maurizio Lanza preferisce piuttosto parlare di “affinamento della macchina organizzativa”, sostiene che bisogna “recuperare efficienza” e che questo va fatto guardando molto all’aspetto “culturale”.
Ovvero? “Il dirigente comunale – spiega Lanza, che abbiamo intervistato per sapere di nuovi risultati raggiunti nell’organizzazione comunale – è culturalmente abituato ad un contesto in cui ragionare per obiettivi o valutare il proprio personale non è un fatto abituale, dove le logiche elementari della gestione delle risorse umane sono sconosciute”.
Insomma, per Lanza è un problema di mentalità. La macchina burocratica del Comune, sul piano organizzativo, ancora “fa acqua” e sembra un barca in avaria. Soprattutto perchè il lavoro si basa ancora soprattutto sulla carta mentre l’informatizzazione – per quanto ci siano progetti in corso – resta un obiettivo da raggiungere, prima o poi. Ci sono diversi dirigenti che ormai hanno una certa età e che non sanno affrontare in modo congruo le problematiche lavorative, soprattutto quelle che riguardano i processi gestionali del settore, ormai obsoleti e modificabili solo nel lungo termine.
Insomma, per Lanza è un problema di mentalità. La macchina burocratica del Comune, sul piano organizzativo, ancora “fa acqua” e sembra un barca in avaria. Soprattutto perchè il lavoro si basa ancora soprattutto sulla carta mentre l’informatizzazione – per quanto ci siano progetti in corso – resta un obiettivo da raggiungere, prima o poi. Ci sono diversi dirigenti che ormai hanno una certa età e che non sanno affrontare in modo congruo le problematiche lavorative, soprattutto quelle che riguardano i processi gestionali del settore, ormai obsoleti e modificabili solo nel lungo termine.
“Pensare di incidere su questa cultura di un dirigente di una certa età è molto difficile, perché è inevitabile che un dirigente a pochi anni dalla pensione non pensi all’obiettivo a lungo termine”, prosegue Lanza, che comunque è speranzoso per il futuro, quando i più anziani saranno sostituiti dai giovani, cosa che accadrà in un tempo relativamente breve, considerando che nel prossimo triennio sono previsti circa 400 pensionamenti – gia avviati – che coinvolgono anche i dirigenti.
“Magari il giovane manager può immaginare uno sviluppo di carriera qui dentro, quindi se gli imponi un sistema lo segue, perché sa che così facendo avrà un riconoscimento – spiega il direttore generale. Manca proprio la cultura che serve perché il Comune etneo funzioni davvero. La valutazione del dipendente, ad esempio, necessaria per l’avanzamento di carriera dello stesso, non è mai stata considerata importante. Fino ad oggi i dipendenti del Comune di Catania sono sempre stati giudicati come i migliori dipendenti che si possano avere: nelle schede di valutazione hanno avuto sempre un bel “dieci” in tutti i fattori, ma la realtà dei fatti, la concretezza dei problemi che si affrontano continuamente nel Comune dimostrano il contrario. Ovvero: “se i dirigenti valutano benissimo i loro dipendenti, mentre i servizi non funzionano come dovrebbero, è evidente che questi dirigenti si stanno facendo un autogol”, ipotizza Lanza.
“Magari il giovane manager può immaginare uno sviluppo di carriera qui dentro, quindi se gli imponi un sistema lo segue, perché sa che così facendo avrà un riconoscimento – spiega il direttore generale. Manca proprio la cultura che serve perché il Comune etneo funzioni davvero. La valutazione del dipendente, ad esempio, necessaria per l’avanzamento di carriera dello stesso, non è mai stata considerata importante. Fino ad oggi i dipendenti del Comune di Catania sono sempre stati giudicati come i migliori dipendenti che si possano avere: nelle schede di valutazione hanno avuto sempre un bel “dieci” in tutti i fattori, ma la realtà dei fatti, la concretezza dei problemi che si affrontano continuamente nel Comune dimostrano il contrario. Ovvero: “se i dirigenti valutano benissimo i loro dipendenti, mentre i servizi non funzionano come dovrebbero, è evidente che questi dirigenti si stanno facendo un autogol”, ipotizza Lanza.
A quanto pare, però le cose stanno cambiando. “A volte – continua il direttore – ho la sensazione di parlare da solo, però molti iniziano a seguirmi. Ho fatto dei seminari per spiegare cos’è la valutazione, quali sono i rischi, ma prima che questa nuova cultura che cerco di diffondere venga assimilata da tutte e 20 le direzioni, dai circa 4000 dipendenti e dalle decine di dirigenti del Comune di Catania dovrà passare molto tempo”.
