Muos, perizia a Tar lo rimette in discussione - QdS

Muos, perizia a Tar lo rimette in discussione

Liliana Blanco

Muos, perizia a Tar lo rimette in discussione

mercoledì 17 Settembre 2014

Marcello D’Amore, ordinario dell’Università La Sapienza di Roma: errori grossolani nella valutazione dei rischi. “Superiori ai limiti previsti i valori di picco della densità di potenza e del campo elettrico”

PALERMO – “L’affermazione di danno trascurabile alla persona per effetto della potenza dei campi magnetici non è condivisibile”. Ci sarebbero errori grossolani nella valutazione dei rischi presentata dall’Istituto superiore della sanità sul funzionamento del Mobile User Objective System, meglio conosciuto come Muos di Niscemi. E’ il risultato dello studio di un tecnico ingaggiato dal Tribunale amministrativo regionale chiamato a valutare i fattori di incidenza delle radiazioni del sistema satellitare.
Il docente Marcello D’Amore, nelle conclusioni della sua relazione scrive che “l’Istituto superiore della sanità, a causa del tempo limitato previsto per svolgere le proprie valutazioni, non è stato in grado di procedere all’acquisizione né dei codici di calcolo, né dei dati dettagliati necessari, come si legge nella relazione del luglio 2013, per cui è dovuto ricorrere a procedure di calcolo semplificate ritenendo che potessero dare indicazioni nell’ottica del caso peggiore”. “I valori di picco della densità di potenza e del campo elettrico lungo l’asse del fascio calcolati nella verificazione, risultano superiori ai limiti previsti”…
Questo è quanto afferma lo studioso Marcello D’Amore sul Muos, che ha depositato qualche giorno fa alla Prima Sezione del Tar Palermo la relazione di verifica tanto attesa. Il Tar, dopo l’udienza dello scorso 27 marzo aveva chiesto al prof. D’Amore, già ordinario di Elettrotecnica all’Università La Sapienza di Roma, di integrare la propria relazione tenendo conto dello studio condotto dall’Iss e di quello dell’Enav. Il tempo con cui è stato condotto questo lavoro è stato troppo esiguo per un risultato attendibile. Secondo  lo studioso D’Amore il modo di operare dell’Iss rende erroneo e inattendibile il lavoro dell’Istituto della sanità: “I valori di picco della densità di potenza e del campo elettrico lungo l’asse del fascio calcolati nella verifica, in maniera contrapposta a quanto sostenuto dall’Iss, con approccio conservativo risultano superiori ai limiti previsti…”. “L’affermazione dell’Iss di danno trascurabile conseguente all’esposizione di una persona agli elevati valori della densità di potenza e del campo elettrico lungo l’asse del fascio a 1600W e 31 GHz, nel caso di malfunzionamenti dei sistemi di puntamento o di eventi sismici, non è condivisibile, anzi deve essere evitato”.
Condivisa la preoccupazione dell’Istituto superiore di sanità per la precaria situazione sanitaria del territorio nisseno, già penalizzato dalla presenza del Petrolchimico e di altri inquinanti da correlarsi alla mancanza di studi sull’interazione delle diverse forme di inquinamento (chimico ed elettromagnetico). I rischi per il traffico aereo sono alti. L’Enav avrebbe basato le proprie valutazioni utilizzando algoritmi per il campo lontano, mentre il campo vicino per questo tipo di impianti ha una lunghezza di circa 67 km. Questo rende parziali ed insufficienti le valutazioni dell’Enav non essendo stata considerata l’interferenza con gli aeroporti di Catania e Sigonella che rientrano nel fascio d’onde prodotto dalle parabole del Muos.
“Una considerazione al ruolo delle Regione – scrivono i legali Paola Ottaviano e Nello Papandrea: un tecnico indipendente ha certificato quanto affermato da tempo dagli avvocati e dai comitati  No Muos, sullo studio dell’Iss che conteneva elementi di preoccupazione che non giustificavano la  “revoca delle revoche” del luglio 2013”.

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