Brutto carattere, vero carattere - QdS

Brutto carattere, vero carattere

Brutto carattere, vero carattere

martedì 13 Ottobre 2009
Diceva Ennio Flaiano (1910-1972) Chi ha carattere ha un brutto carattere. Se riflettiamo su questa lapidaria definizione, non possiamo che convenirne. C’è chi nasce yesman, Fantozzi ne è l’emblema caricaturale. Ci sono i furbi che pensano sia loro conveniente stare sempre defilati. Altri che non dicono mai come la pensano, non prendono posizioni e cercano furbescamente di stare in mezzo al guado in modo da potere salire sul carro dei vincitori.
Gente senza midollo che vuole vivere senza rischiare nulla. Ma proprio per questo si trova sempre nelle ultime posizioni della scala sociale ed economica. Si tratta di un popolo di paurosi, che non concluderà mai niente nella vita. La spende inutilmente, non si rende conto che con il passare del tempo non avrà nulla da raccontare ai posteri, né nulla da ricordare .
Vi sono tanti che non riflettono  su queste circostanze, che soccombono agli eventi e non hanno  capacità previsionale per tentare di precederli. Costoro appartengono alla categoria dei perdenti.

I vincenti, invece, sono quelli che hanno le idee chiare sul cosa fare, sul come farlo e su quando farlo, attingendo alle risorse necessarie per realizzare il proprio disegno. Questi hanno carattere e per ciò stesso un brutto carattere. Sono persone con la schiena diritta, disposte a sacrificarsi ed a rischiare, perché credono in se stesse, senza per questo essere egoisti né prevaricatori.
I vincenti possiedono di solito la forza tranquilla della ragione, che contrappongono alla ragione della forza. Non c’è bisogno di alzare la voce o di alterarsi quando si crede in ciò che si fa, quando si è consapevoli che la propria azione è indirizzata ad un obiettivo buono e giusto, cioè l’interesse generale oltreché l’interesse personale.
I due interessi devono coincidere, perché non c’è bisogno di fare prevalere quello proprio su quello altrui. Un’intelligente realizzazione dei propri progetti deve tenere conto delle esigenze della collettività e trovare precisi limiti in norme generali che devono essere fatte rispettare tassativamente dai responsabili delle istituzioni.

 
Chi ha carattere ha un brutto carattere. Ci irritiamo quando qualcuno ci contrasta. Invece, dovremmo cercare di cogliere nelle altrui proposizioni gli elementi costruttivi, quando vi sono. Ma noi stessi dovremmo preoccuparci di proporre soluzioni e di misurarci in modo competitivo con chi offre altre soluzioni ai problemi che si incontrano. Chi ha carattere si mette in gioco, non ha paura di perdere perché sa che la sconfitta è l’altra faccia della stessa medaglia,  ove  c’è la vittoria.
Pierre de Coubertin (1863-1937) sosteneva che L’importante è partecipare. In generale, questa affermazione si può condividere, ma chi lavora per raggiungere obiettivi non può limitarsi a partecipare. Ci ricordiamo sempre del primo, il secondo è il primo degli ultimi, nessuno se ne ricorda.
Quando parliamo del vincitore non ci riferiamo solo al versante economico o a quello sportivo ma anche a quello della vita, nella quale vince chi fa e perde chi si nasconde. Per vincere nella vita bisogna addestrarsi, studiare, apprendere conoscenza, guardarsi in giro per capire le ragioni degli effetti che noi vediamo.
 
Oggi abbiamo a disposizione strumenti impensabili rispetto a qualche decina di anni fa. L’occhio delle telecamere va in qualunque parte recondita del mondo. Internet si diffonde sempre di più e consente a tutti i cittadini di dialogare senza alcun baluardo. Colloquiare con qualunque altro ci consente di assumere informazioni senza limiti. Il fenomeno di Wikipedia è sotto gli occhi di tutti.
Nel Duemila, Jimmy Wales, con il denaro accumulato negli anni ‘90 avrebbe potuto mettersi in pensione. E invece? Si trasferisce  nella Silicon Valley, fonda Bomis, un sito basato sul concetto del Web 2.0. Jimbo, questo era il suo soprannome applica l’idea di far inserire tutti gli utenti nel suo sistema, trasformandoli in collaboratori. A distanza di otto anni, Wikipedia è uno dei siti più visitati di Internet: contiene due milioni di voci in inglese e undici milioni in altre 259 lingue.
Jimmy Wales, come Bill Gates e Steve Jobs, ha dimostrato di avere carattere: un brutto carattere.

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