La provincia di Palermo, con sei Ccn già costituiti, pioniera di questi consorzi che consentiranno notevoli investimenti. Anche a Capo d’Orlando, Comiso e Caltagirone si lavora per la realizzazione di queste aree
PALERMO – Tutti scommettono sui Centri commerciali naturali (Ccn) in Sicilia. Evidentemente questa iniziativa è vista come l’unica ancora di salvezza per venire fuori dall’attuale crisi dell’imprenditoria commerciale e artigianale. Lo dimostrano le adesioni che arrivano da tutta la Sicilia con il capoluogo palermitano a fare da apripista.
Si stanno battendo tutti i record proprio in termini di velocizzazione delle tappe di costituzione dei vari Consorzi di attività commerciali e imprenditoriali.
Nella sola Palermo città sono stati già costituiti sei Centri Commerciali Naturali che opereranno nell’area di pertinenza dei quattro antichi mandamenti: Seralcadi, Kalsa, Albergarìa, Castellammare e, inoltre, Borgo Vecchio e Olivuzza.
I centri commerciali naturali, come definiti e disciplinati dall’articolo 9 della Legge regionale 10/2005, sono associazioni costituite prevalentemente da piccole e medie imprese commerciali, artigianali e di servizio, che si aggregano ed organizzano per accrescere la capacità attrattiva e quindi reddituale delle imprese che ne fanno parte, per riqualificare l’immagine e migliorare la vivibilità della zona in cui operano valorizzandola sia da un punto di vista commerciale sia turistico.
Ma anche in provincia si stanno scaldando i motori in maniera abbastanza seria: a Carini sorgeranno due Ccn, a Balestrate (Comune capofila insieme a Borgetto dei Centri) ancora le aree non sono state individuate ma sono una valanga le partecipazione arrivate: “Contiamo già formalmente – dice l’assessore comunale al Commercio della cittadina marinara, Leo Cuzzilla – una cinquantina di adesioni ufficiali, ma già un altro centinaio tra commercianti e artigiani hanno garantito la loro partecipazione. Si tratta di un importante treno questo per Balestrate perché si potranno attrarre investimenti tali da rafforzare l’idea di turismo e imprenditoria sana, con tanto di servizi per gli utenti”.
Oltre che i Ccn in quanto tali, anche i singoli imprenditori che vi aderiscono potranno chiedere dei contributi comunitari (fino al 50 per cento a fondo perduto e in regime de minimis) delle spese che sosterranno per opere murarie all’interno del proprio esercizio commerciale, per la pubblicità, per informatizzare la propria impresa e per altro ancora. Ma su questa stessa scia ci sono tantissime altre province che già si sono mosse concretamente. Ad esempio a Caltagirone è stato stabilito che saranno realizzati più di un centro commerciale naturale su input della Confcommercio che ha già chiamato a raccolta tutti gli attori economici del territorio. Uno ne sorgerà a Comiso ed un altro a Capo d’Orlando: “Il nostro centro urbano si presta spontaneamente alla nascita di un Ccn – ha affermato l’assessore del comune di Capo d’Orlando Carmelo Perrone – e questo ci permetterà di migliorare notevolmente non solo le attività commerciali ma anche l’aspetto della città”.
I finanziamenti prevedono infatti fondi da investire per realizzare infrastrutture ricettive.
Procedure. Ecco come essere inseriti nei centri commerciali naturali
Per ottenere l’accreditamento e l’inserimento nell’albo regionale dei Ccn, il singolo Consorzio di imprenditori e commercianti dovrà presentare la relativa domanda al sindaco del Comune di appartenenza, che una volta acquisita la delibera di presa d’atto da parte del Consiglio comunale, la proporrà all’assessorato regionale alla Cooperazione che, istruita positivamente la pratica, ne decreterà l’accreditamento. Per accedere ai fondi comunitari i Centro commerciali naturali, attualmente costituiti sotto forma di associazioni, in futuro dovranno mutare la loro forma giuridica in consorzio e raccogliere un cospicuo numero di adesioni di imprese. Per eventuali adesioni ai Ccn è possibile anche contattare gli uffici delle organizzazioni di categoria che si stanno muovendo per presentare istruttorie e farsi portavoce aggreganti tra i vari commercianti ed imprenditori. Un pò tutti i progetti che già sono stati portati avanti prevedono il diretto coinvolgimento dei centri storici. Sono visti come il luogo ideale per creare le infrastrutture ricettive ed attrazione per cittadini e turisti. Progetti che soprattutto vogliono essere un modo per tutelare i piccoli artigiani e commercianti che rischiano in Sicilia di essere schiacciati dall’avvento delle grandi multinazionali che già hanno realizzato diversi centri commerciali.