ROMA – Il Fondo monetario internazionale ha tagliato ancora le stime di crescita sull’andamento dell’economia italiana, dopo la revisione al ribasso operata appena una ventina di giorni fa. Nei capitoli 1 e 2 della nuova edizione del World economic outlook (Weo), il Fmi indica una contrazione del Pil italiano dello 0,2% quest’anno e una crescita dello 0,8% il prossimo.
Nel rapporto ex Article IV sull’Italia, pubblicato il 18 settembre, il Fondo aveva già portato la stima sul Pil italiano del 2014 ad un -0,1%, dal +0,3% contenuto nell’aggiornamento della precedente edizione del Weo, di fine luglio; per quel che riguarda il 2015, in settembre il Fmi indicava una crescita dell’1,1%, stima invariata rispetto a quella di luglio.
“Nell’ambito di un outlook debole, le prospettive non sono uniformi all’interno della regione: più forti in Germania e Spagna, più deboli in Francia e Italia” spiega il Fondo, aggiungendo che “l’economia italiana si è contratta nella prima metà del 2012 e su base annua non è atteso un ritorno ad una crescita positiva fino al 2015”.
Gli economisti del Fmi avevano già preannunciato la possibile revisione al ribasso delle stime in ottobre, sottolineando che i dati usciti a partire dall’estate, in particolare produzione industriale e fiducia delle imprese, sono risultati inferiori alle attese.
Il Fondo parla in generale di un andamento dell’economia inferiore alle attese nella prima metà dell’anno, a causa di una serie di “sorprese negative”, tra cui una “crescita stagnante nell’area euro, con una contrazione del prodotto in Italia, nessuna crescita in Francia e un’inattesa debolezza in Germania nel secondo trimestre. L’inflazione si attesterà in media attorno allo 0,5% nel 2014 ed è vista ben sotto l’obiettivo di medio termine della Bce nel prevedibile futuro”, si legge nel rapporto.
Il Fondo parla in generale di un andamento dell’economia inferiore alle attese nella prima metà dell’anno, a causa di una serie di “sorprese negative”, tra cui una “crescita stagnante nell’area euro, con una contrazione del prodotto in Italia, nessuna crescita in Francia e un’inattesa debolezza in Germania nel secondo trimestre. L’inflazione si attesterà in media attorno allo 0,5% nel 2014 ed è vista ben sotto l’obiettivo di medio termine della Bce nel prevedibile futuro”, si legge nel rapporto.
Il Fmi vede peraltro aumentare i rischi sia di deflazione sia di recessione nella zona euro. La probabilità di un’entrata dell’economia in deflazione entro il prossimo anno viene ora valutata in circa il 30%, mentre quella di uno scivolamento in recessione in quasi il 40%. Nel Weo dello scorso aprile le due probabilità erano indicate rispettivamente in meno del 25% e in poco più del 20%.

