Ast, la crisi è infinita. Martedì stop dei dipendenti - QdS

Ast, la crisi è infinita. Martedì stop dei dipendenti

Ast, la crisi è infinita. Martedì stop dei dipendenti

mercoledì 29 Ottobre 2014

I guai economici della società partecipata regionale al 100% peggiorano il difficile rapporto dell’utenza siciliana col tpl. Lavoratori in rivolta contro la gestione e i crediti vantati da amministrazioni comunali e Regione

PALERMO – Sono cominciate ieri le assemblee dei lavoratori dell’Azienda siciliana trasporti. In campo ci sono circa mille unità lavorative che si preparano per la manifestazione regionale del prossimo 4 novembre. Mancano le certezze per l’occupazione e per l’utenza dal momento che il servizio è sempre meno garantito e la sostenibilità economica della partecipata regionale, grazie al taglio dei contributi e all’assenza di un vero posizionamento sul mercato, continua a scivolare più in basso.
I lavoratori chiedono certezze sul futuro dell’Azienda e non sono i soli a tirare la giacchetta del presidente Crocetta in un periodo particolarmente turbolento per il suo governo. Lo scorso luglio era stato proprio l’ex sindaco di Gela a sbilanciarsi, concedendo all’Ast un ruolo centrale nei delicati equilibri del trasporto pubblico locale. Da quei giorni, spiegano i sindacati, nulla si è mosso.
 
Proprio per questo adesso chiedono le motivazioni della mancata attuazione del piano d’impresa e delle difficoltà finanziarie dell’azienda che poi si concretizzano nel mancato pagamento dello stipendio e della terza rata del Tfr. Saranno giornate intense in vista del 4 novembre, data dello sciopero davanti la presidenza della Regione, mentre appena dieci giorni dopo il personale di movimento si fermerà dalle ore 9 alle ore 13, lasciando le ultime quattro ore al personale degli impianti fissi e al personale amministrativo. I sindacati hanno ribadito che non possono “tollerare ulteriormente una situazione di grave criticità finanziaria, che dura da più di due anni, la totale incertezza sul futuro, il parco macchine obsoleto” e hanno richiesto “l’intervento della Regione”. In mezzo la riunione del 7 novembre, quando i sindacati chiederanno alla dirigenza dell’Ast la situazione in merito ai crediti vantati nei confronti della Regione, degli enti locali e la situazione debitoria.
L’Ast, del resto, non ha mai goduto di risultati virtuosi nelle amministrazioni dei suoi conti e non solo perché si è fatta carico delle tratte economicamente non convenienti, ma anche per altre ragioni squisitamente gestionali. La Corte dei Conti, in una indagine della scorso dicembre che analizza i costi delle partecipate regionali, ha rivelato che tra il 2009 e il 2012 questi carrozzoni sono costati un miliardo di stipendi. Tra questi, ovviamente, c’è anche l’Azienda di trasporti della Regione che è stata in perdita per tre anni, e che, ricorda la magistratura contabile, non ha tagliato i costi, ma ha cercato di recuperare aumentando le tariffe urbane e “traslando così sugli utenti le difficoltà di bilancio”. Inoltre, in barba alla crisi, non ha lesinato 23 nuove assunzioni con contratti atipici poi sanzionati dal giudice.
Una situazione di incertezza che di certo non aiuta la compromessa situazione dell’Ast nei rapporti con un’utenza che pare sempre più distante dall’utilizzo dei mezzi pubblici. A fronte dei risultati record per tasso di motorizzazione che si continuano a registrare nei principali centri isolani, si rintraccia una parallelo disaffezione nei confronti del trasporto pubblico. La Sicilia, insomma, corre il rischio di diventare ancora più auto-dipendente di quanto non lo sia stata sinora. Gli ultimi dati Istat sul trasporto pubblico rivelano un dato medio di bus circolanti (1,5 per mille abitanti) praticamente invariato dal 2002 e inferiore alla media nazionale che invece arriva a quota 1,7.

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