I due futuri dell'ex Fiat di Termini Imerese - QdS

I due futuri dell’ex Fiat di Termini Imerese

I due futuri dell’ex Fiat di Termini Imerese

martedì 11 Novembre 2014

Attacco frontale del M5S: “L’operazione Grifa non è chiara, presentata documentazione alla Guardia di Finanza”. Rassicurazioni della Cisl: “La ricapitalizzazione procederà e non ci sono problemi di liquidità”

PALERMO – Termini Imerese è stretta tra chi denuncia il rischio di un altro caso Dr Motor, l’azienda molisana selezionata dal ministero dello Sviluppo economico per subentrare a Fiat e poi finanziariamente inadatta a proseguire l’operazione, e le notizie che giungono dall’incontro di ieri a Roma. A sottolineare la situazione di Grifa, l’azienda interessata al polo palermitano per avviare la produzione di auto ibride, ci ha pensato il M5s con due interrogazioni all’Ars e alla Camera, proprio nei giorni in cui i sindacati hanno voluto rassicurare i lavoratori sulla bontà del piano che garantirebbe il futuro del polo siciliano.
Il caso non è nuovo. Agli annunci e le felicitazioni della metà di ottobre quando il Mise e l’assessore Linda Vancheri avevano celebrato una possibile risoluzione per la reindustrializzazione dell’area con l’avvio di produzione di auto ibride grazie all’investimento di Grifa spa, erano poi sopraggiunte le prime perplessità. Kbo Capital, il cui ingresso in società avrebbe garantito l’aumento di capitale da 25 a 100 milioni, aveva comunicato che non avrebbe investito nel rilancio industriale dell’ex impianto Fiat abbandonato dal 2011, notizia confermata dal Banco Central do Brasil. Proprio l’istituto sudamericano avevo poi spiegato, tramite il suo procuratore generale Marcello Gianferotti, che sarebbe stato un altro fondo ad appoggiare l’operazione di investimento, anche se non dava nulla per scontato.
Il Movimento 5 Stelle ha visto sin dall’inizio delle falle nell’operazione targata Grifa. Nei giorni scorsi Riccardo Nuti, parlamentare palermitano del Movimento 5 Stelle alla Camera, è tornato alla carica: “Non si possono buttare via i soldi pubblici e al contempo illudere gli ex dipendenti con un fumoso piano che finirà in un binario morto. Più si scava su Grifa e su questa operazione e più è chiaro come questa sia una scatola vuota”. Nell’ottica di un maggiore controllo della situazione la pattuglia stellata ha inviato “la documentazione in nostro possesso alla Guardia di Finanza”.
Le mancanze rintracciate dal M5S sono contenute nelle interrogazioni presentate da Nuti alla Camera e dal collega all’Ars Giorgio Ciaccio a Palazzo dei Normanni. Si comincia dall’assenza di un progetto industriale per proseguire con la mancanza di un prototipo, il quadro assunzioni non troppo chiaro e chiudere con le ricapitalizzazioni mai avvenute e l’iscrizione tardiva iscrizione tardiva alla Camera di commercio, avvenuta dopo il tavolo tecnico al Mise.
Ben altra aria si respira, invece, sul fronte sindacale. Dopo l’incontro di ieri la Fiom ha rilasciato una nota in cui precisa che a Termini Imerese Grifa produrrà citycar e la componentistica (dai motori alle parti elettriche, dallo sterzo ai semiassi al cambio) proverrà dalle stesse aziende che foniscono alla Fiat i pezzi per la nuova Panda. Per il progetto di Termini Imerese è prevista la produzione a regime di 7 modelli su 2 piattaforme. Entro il primo trimestre del 2016 sarà terminata la fase di progettazione e sviluppo, subito dopo la produzione della cosiddetta pre-serie, per passare nel secondo semestre alla produzione di serie. Entro il 2018 previsto l’assorbimento di 760 lavoratori.
Fugati anche i dubbi finanziari dell’operazione. “La ricapitalizzazione di Grifa – ha spiegato il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone – procede e non ci sono problemi di liquidità. De Vincenti ha reso noto durante l’incontro che è pervenuta al ministero dello Sviluppo economico la lettera dell’istituto di credito brasiliano che avrebbe dovuto procedere alla ricapitalizzazione con 75 milioni a fronte del progetto presentato dalla società e Grifa ha assicurato che entro la prossima settimana la questione relativa al capitale sociale sarà risolta”. Ludovico Guercio e Giovanni Scavuzzo della Cisl hanno inoltre certificato "l’adesione della banca brasiliana Brj al finanziamento del progetto per Termini, entro la prossima settimana saranno confermati anche i 25 milioni di euro annunciati da Grifa".
Le tappe future sembrano suggerire il meglio: lunedì al Mise è previsto un nuovo incontro per definire alcuni dettagli di carattere tecnico per procedere al passaggio di fabbrica e personale con la formula della cessione del ramo d’azienda alla nuova società e poi, entro fine mese, Invitalia e Grifa dovrebbero definire il patto di servizio, che consente l’avvio del progetto di riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese.
 


Uilm: “Vogliamo al più presto contratto di sviluppo per l’area”
 
PALERMO – "Nell’incontro di oggi (ieri, ndr) su Termini Imerese al ministero dello Sviluppo economico, il viceministro De Vincenti ha assicurato che la capitalizzazione di Grifa sta avvenendo correttamente". Lo dice Gianluca Ficco della Uilm, che aggiunge:"De Vincenti ha spiegato che i 25 milioni di euro di capitale già conferito sono in corso di trasformazione da meri crediti in vera e propria liquidità e che il Banco di Rio de Janeiro ha inviato una lettera ad Invitalia, in cui si impegna ad entrare nel capitale di Grifa con un conferimento di 75 milioni di euro". "Chiediamo – sottolinea – di veder perfezionato il contratto di Sviluppo con Grifa il prima possibile, così da avere un riscontro formale della effettiva partenza e sostenibilità del piano di reindustrializzazione".
Da ambienti vicini a Invitalia si apprende che l’agenzia tecnica del ministero non ha comunque concluso le valutazioni sul progetto di Grifa. Non ci sarebbero novità sulle proposte di Biogen e Mossi e Ghidolfi per la produzione di biodiesel di seconda generazione. Secondo indiscrezioni i due progetti sarebbero rimasti al palo.

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