PALERMO – I Carabinieri del capoluogo siciliano e della Sezione operativa del Comando Carabinieri Antifalsificazione monetaria di Roma hanno provveduto a eseguire un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura di Palermo, nei confronti di 12 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione, introduzione nello Stato e spendita di monete false.
Si tratta di una vasta operazione realizzata nelle provincie di Palermo, Napoli, Salerno e Cosenza che fa luce su un’associazione criminale che si occupava dell’approvvigionamento e della distribuzione di monete metalliche contraffatte di altissima qualità che venivano importate dalla Repubblica popolare cinese.
Si tratta di una vasta operazione realizzata nelle provincie di Palermo, Napoli, Salerno e Cosenza che fa luce su un’associazione criminale che si occupava dell’approvvigionamento e della distribuzione di monete metalliche contraffatte di altissima qualità che venivano importate dalla Repubblica popolare cinese.
Nell’ambito dell’indagine è stato eseguito il più importante recupero di monete false dall’introduzione dell’euro: è stato sequestrato, infatti, un container con 306 mila monete, da uno e due euro, per un importo complessivo di 556 mila euro.
L’indagine ha permesso di ritenere che il ghanese Seidu Abdulai, 45 anni, fosse il punto di riferimento a Palermo per l’approvvigionamento e lo smercio. Il “leader” dell’associazione criminale – secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia, e dai sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri – sarebbe stato invece Yong Zhuangxiao, che si trova nella Repubblica popolare cinese, mantenendo contatti diretti con la zecca clandestina, anch’essa in Cina.
L’indagine ha permesso di ritenere che il ghanese Seidu Abdulai, 45 anni, fosse il punto di riferimento a Palermo per l’approvvigionamento e lo smercio. Il “leader” dell’associazione criminale – secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia, e dai sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri – sarebbe stato invece Yong Zhuangxiao, che si trova nella Repubblica popolare cinese, mantenendo contatti diretti con la zecca clandestina, anch’essa in Cina.
“La qualità delle monete false – ha commentato il procuratore di Palermo, Leonardo Agueci – era ottima e per questo è scattato un allarme internazionale e sono stati coinvolti nell’inchiesta organismi europei come l’Olaf e l’Europol”.
“La buona fattura dei falsi – ha spiegato il procuratore aggiunto Dino Petralia, che ha coordinato le indagini insieme al pm Geri Ferrara – consente che essi siano accettati dalle macchinette. I tipi di conio si rifanno a monete finlandesi, tedesche e italiane. Una truffa ben congeniata visto che nessuno controlla la bontà delle monete”.
“La buona fattura dei falsi – ha spiegato il procuratore aggiunto Dino Petralia, che ha coordinato le indagini insieme al pm Geri Ferrara – consente che essi siano accettati dalle macchinette. I tipi di conio si rifanno a monete finlandesi, tedesche e italiane. Una truffa ben congeniata visto che nessuno controlla la bontà delle monete”.
Il sequestro di ieri rappresenta “uno dei più ingenti messo a segno in Europa”, come ha spiegato anche da Giuseppe De Riggi, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo. Ma “l’operazione – come ha sottolineato Francesco Ferace, comandante Nucleo Carabinieri Antifalsificazione monetaria – dovrà proseguire in Cina, per bloccare la ‘zecca’ clandestina individuata a Shanghai”. “Adesso – ha concluso – spetta al Governo cinese darci una mano”.

