Abbracci tanti, amicizia vera poca - QdS

Abbracci tanti, amicizia vera poca

Abbracci tanti, amicizia vera poca

mercoledì 21 Ottobre 2009
Sorridere al prossimo è un modo per manifestarsi positivi. Invece, essere arcigni, mostrare i denti, ringhiare è del tutto inutile, salvo che non si voglia intimorire l’interlocutore in modo da prevaricarlo.
Non è con la forza e con la prepotenza che si risolvono le questioni, bensì con la tranquilla forza della ragione, che insieme con la conoscenza,  consente di elaborare soluzioni, soluzioni e soluzioni. Quanta gente inutilmente si affanna a parlare del sesso degli angeli.
La polemica è il sale della discussione ed è sempre accettabile, purchè sia pungente e non cattiva, forte ma non controproducente. La retorica serve a infiorettare la discussione, spesso ad abbellire periodi e comunicazione.
Tuttavia né polemica, né retorica servono a risolvere i problemi e, dunque, se ne deve fare uso, ma non abuso, a tempo e a luogo. Guai se si usano impropriamente, nel momento in cui si debbono cercare e trovare soluzioni ai problemi.

Nei rapporti fra le persone  spesso il sorriso è falso, le pacche sulle spalle equivalgono a pugnalate, gli abbracci sembrano conflitti.
Non si capisce perché i rapporti non debbano essere franchi e sinceri, nei quali ognuno esprima il proprio punto di vista e ne consegua un confronto civile, da cui scaturiscono soluzioni.
La comprensione e la tolleranza, insite nell’educazione di ognuno di noi, devono essere tenute sempre presenti in ogni atto e in ogni gesto che compiamo, in modo che tutto funzioni, funzioni e funzioni. Qualcuno potrebbe obiettare: allora perché scoppiano le guerre a livello planetario, a livello locale, nel quartiere, nei condomini, nella famiglie (Agnelli)? Perchè prevalgono egoismo e prepotenza, perché viene usata la legge del più forte secondo la quale quando sorge il sole il leone insegue l’antilope per procurarsi il cibo e l’antilope fugge dal leone per non diventare cibo. Ma gli uomini sono dotati di ragione e buonsenso  e non dovrebbero comportarsi da animali. Eppure lo fanno, ed è per questo che nascono le guerre.

 
Nel business c’è molta cattiveria e furbizia. Questi due valori negativi non servono per sviluppare la propria attività imprenditoriale, professionale o sociale.  Basta essere bravi e innovativi, basta pensare la notte quello che si deve fare l’indomani, basta programmare ed organizzare il futuro dell’anno e dei prossimi cinque anni. Poi si dice l’uomo propone e Dio dispone, anche se, secondo la Bibbia, Dio ha dotato l’uomo del libero arbitrio dopo avergli spiegato cos’è il bene e cos’è il male. E poi prende atto del suo  comportamento.
Abbracci tanti, amicizia vera, poca. Beh, l’amicizia vera è quella che si forma quando si è bambini cioè quando non si è contaminati dalla civiltà dei consumi. L’amicizia consolidata nei banchi di scuola è solida perché disinteressata, è solida perché ognuno ha a cuore le sorti dell’altro.
Da grandi è difficile la formazione di una vera amicizia, salvo numerose eccezioni, quando l’approccio fra persone è sincero per cui un abbraccio è un abbraccio ed una pacca sulle spalle è un segno di stima e di solidarietà.

Fra la gente perbene il valore dell’amicizia è un dato pacifico. Ma ci sono persone per male, che si comportano in modo farisaico, falso e che fanno una faccia davanti ed un’altra di dietro. Guai a chi si assenta per primo da un consesso di tagliatori, perché in quel momento si accende subito lo sproloquio su chi si allontana.
Più gli ambienti sono in, più aumenta il pettegolezzo e la maldicenza, basata sullo sparlare di tutti. Il brutto della faccenda è che alcuni quando sono insieme sparlano di altri, ma appena si allontano sparlano ognuno dell’altro.
Non è facile distinguere chi si comporta bene da chi si comporta male e tuttavia il nostro intuito deve capire subito di che pasta sono fatti i nostri interlocutori, per quello che dicono e per come lo dicono.

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