La lettera del M5S agli assessorati competenti: “Colmare i ritardi e partecipare al tavolo tecnico per sbloccare piano e fondi”. La mappatura dei siti contaminati e la conseguente bonifica restano prospettive lontanissime
PALERMO – L’amianto è fuorilegge in Italia dal 1992, ma in Sicilia i tempi sono ordinariamente ben più lunghi. Dopo un piano mai attivato per avviare la mappatura del territorio, sottoscritto nel 1995 e ancora disponibile sul sito della Regione, ci sono state almeno tre commissioni specifiche, spesso finite in malo modo con le dimissioni collettive. Soltanto nell’ultimo anno si è avviato un processo politico concreto poi conclusosi all’Ars con l’approvazione della legge del 29 aprile 2014 n. 10 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”. Eppure sono passati nove mesi e niente è cambiato.
Il provvedimento, seppur mozzato in alcune parti dal commissario dello Stato, era sembrato comunque un primo passo per avviare una completa mappatura del territorio, grazie anche allo stanziamento da 22 milioni di euro. Operazione ad oggi fallita, come abbiamo documentato in diversi approfondimenti realizzati a distanza di diversi mesi dall’approvazione della legge.
Nell’agosto dello scorso anno era stato Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all’Ars, a dichiarare al QdS che tutto procedeva e che sarebbero stati rispettati, in linea di massima, tutti i tempi di consegna. Da quell’intervista sono trascorsi altri cinque mesi, eppure il processo non è ancora avviato, salvo qualche timida iniziativa avanzata da alcune amministrazioni locali.
A riportare al centro del dibattito questi ritardi ci ha pensano il M5S che ha scritto una lettera agli assessorati regionali competenti per spronarli a “colmare i ritardi operativi e partecipare al tavolo tecnico per sbloccare piano e fondi”.
Nella missiva si legge che “consapevoli della necessità di un controllo politico e parlamentare sull’attuazione di una normativa così importante, già dal settembre 2014, in quanto deputati nazionali, regionali ed europei abbiamo prodotto atti parlamentari e avviato una serie di incontri periodici con il Dipartimento di Protezione civile e l’Ufficio amianto per monitorare il rispetto dei vari step previsti dalla L.r. 10/2014”.
Tra i punti evidenziati c’è il decreto del Presidente della Regione per la nomina dei primi componenti dell’Ufficio amianto, giunto soltanto il 21 novembre del 2014, in ritardo rispetto al cronoprogramma stabilito dalla norma. “In linea con la normativa nazionale e regionale – hanno scritto i parlamentari nella missiva – riteniamo assolutamente prioritario che l’Ufficio amianto sia messo in adeguate condizioni di lavoro, al fine di procedere prioritariamente all’aggiornamento del piano regionale amianto, all’avvio della mappatura e allo sblocco dei fondi destinati ai Comuni per gli interventi di smaltimento”.