Turismo e artigianato: al Sud unico vero spiraglio della crisi - QdS

Turismo e artigianato: al Sud unico vero spiraglio della crisi

Michele Giuliano

Turismo e artigianato: al Sud unico vero spiraglio della crisi

domenica 08 Marzo 2015

I talenti nostrani preferiscono emigrare all’estero e in Italia la via percorribile rimane il “nero”. Carenza di qualifica nei settori richiesti, troppi professionisti e poca manodopera

PALERMO – Operai specializzati anche se di bassa scolarizzazione e operatori del turismo. Questo è quello di cui ha bisogno il mondo del lavoro in Sicilia. Se da una parte si parla continuamente di crisi, dall’altra in realtà la ricetta per contrastarla ci sarebbe. Basta cioè investire nelle professionalità in cui c’è spazio e mercato.
 
Nel terzo settore nell’artigianato questo spazio ci sarebbe solo che non c’è per l’appunto la “materia prima”, vale a dire materialmente il lavoratore con le necessarie competenze. Partiamo dal turismo, da sempre nota dolente di una Sicilia che ha sulla carta potenzialità enormi ma che ne sfrutta una minima parte.
 
Secondo le organizzazioni di categoria in questo ambito altro che crisi: “L’unico settore che in questo momento riesce ad offrire degli sbocchi – afferma il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina – è proprio il turismo. Non basta però all’imprenditore avere figure generiche ma è in cerca proprio di specializzazioni che lo aiutino ad accogliere il turista in modo qualitativamente buono. Quello che in questo momento si sta maggiormente cercando sono gli addetti alla reception e alle cucine”.
 
Dietro a questa carenza di figure nell’isola si cela un vero e proprio paradosso e che lo stesso Messina svela. Per quanto riguarda l’addetto alla reception serve una certa specializzazione ed una qualifica di un certo livello: “Deve conoscere almeno tre lingue e utilizzare il computer in maniera ottimale – aggiunge il numero uno di Confesercenti in Sicilia – ma purtroppo non è facile trovare queste caratteristiche, qui servirebbe un’alta scolarizzazione”.
 
E per le cucine? Incredibile ma vero con tutte le scuole alberghiere che sfornano ogni anno centinaia di diplomati non si trova personale per il semplice motivo che le aziende estere subito si accaparrano i “talenti” siciliani. “Questo rappresenta una sconfitta per la Sicilia – dice Messina – ma, allo stesso tempo, un grande motivo di orgoglio: vuol dire che formiamo gente qualificata e capace. Comunque, in questo momento di crisi economica, il comparto turismo è l’unico un po’ più vivace”. In realtà spazio ci sarebbe anche nell’artigianato.
 
Almeno così sostengono le associazioni di categoria del settore: “La verità è che le opportunità di lavoro ci sono, quelle che mancano sono le professionalità — dice il presidente di Confartigianato Palermo Nunzio Reina -. Parliamo, per esempio, dei saldatori. Le aziende si rivolgono a noi per chiedere queste figure da impiegare per lavori stradali, navali, per una durata non da poco, ma non riusciamo a trovarli. O meglio, gli anziani cercano opportunità di lavoro perché hanno perso il lavoro e non possono fare altro, mentre i giovani, con lo stesso tipo di attività, preferiscono non lavorare all’interno delle imprese, perché possono farlo in casa e a nero”. Insomma, si ingarbugliano situazioni e fatti che hanno risvolti sociali e culturali tipici di una Sicilia che ha sempre un motivo per tirare il freno a mano. E tutto questo mentre l’economia muore giorno dopo giorno.

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