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Giornalisti, ricorso al Tar contro regolamento sulla formazione

Giornalisti, ricorso al Tar contro regolamento sulla formazione

Richiesta di annullamento presentata dai tre deputati Pd Anzaldi, Rotta e Di Maio. "Adottato senza il parere vincolante del ministero della Giustizia"

ROMA – I tre deputati del Pd Michele Anzaldi, Alessia Rotta e Marco Di Maio hanno presentato ricorso al Tar contro il Regolamento relativo alla Formazione Professionale Continua (FPC) degli iscritti all’Ordine dei Giornalisti.
Tra le motivazioni che stanno alla base della richiesta di annullamento dei corsi di formazione finalizzati all’acquisizione di 60 crediti nel triennio 2014-2016, vi è il “salto” di un passaggio fondamentale nell’adozione del regolamento in questione, ovvero il parere favorevole del Ministro della Giustizia.
“Il Regolamento – hanno inoltre spiegato i deputati democratici – è stato erroneamente modellato su quello delle altre professioni senza tener conto della peculiarità della professione di giornalista. Sarebbe stato infatti opportuno valutare la circostanza che gli altri professionisti hanno un contatto diretto con il cliente o l’utente e svolgono la propria attività prevalentemente in regime di lavoro autonomo. L’attività del giornalista, invece, è nella stragrande maggioranza dei casi svolta mediante un rapporto di lavoro di natura subordinata regolato dal CNLG di categoria, inserito in un’attività imprenditoriale. L’interesse pubblico è dunque garantito dalla particolare organizzazione aziendale ove l’attività è svolta”.
L’Ordine nazionale dei Giornalisti commenta così la notizia sul sito www.odg.it: “Se i tre parlamentari, tutti giornalisti, avessero sollecitato un confronto, ad uno di loro da mesi ripetutamente proposto, avrebbero saputo che il Consiglio nazionale di giugno varerà un nuovo regolamento. Lo farà non in base alle pressioni di questo o quel “mostro sacro”, ma con l’esperienza maturata in questo primo faticoso anno di corsi che hanno registrato una partecipazione e un consenso straordinari. Come sempre i risultati positivi non fanno notizia, pur essendo pubblici e documentabili, e si preferisce sottolineare quel che non ha funzionato (c’è stato) o che non corrisponde agli interessi o alle strategie di gruppo”.
 
A proposito della “mancanza di economicità (con una duplicazione di corsi)”, considerata dai deputati dem come una delle numerose carenze rilevate, l’Ordine spiega che la formazione è quasi esclusivamente a titolo gratuito e che “ nulla può contro la proposta di corsi a pagamento, previsti indirettamente dalle norme approvate non dai vertici dell’Odg, ma da deputati e senatori”.