La procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta contro ignoti
ROMA – Disagi, polemiche e tanta paura. È stata una giornata difficile quella vissuta ieri allo scalo Leonardo da Vinci di Fiumicino. Poco dopo la mezzanotte, infatti, un incendio, ha distrutto quasi interamente il Terminal 3. Nessun ferito, solo tre intossicati.
“A scatenare l’incendio è stato probabilmente un corto circuito nell’area commerciale”. Lo ha detto il presidente dell’Enac, Vito Riggio, in una conferenza stampa tenuta insieme all’amministratore delegato di Adr, Lorenzo Lo Presti, il quale non ha mancato di sottolineare che sono state prese “decisioni poco simpatiche” come quella della chiusura dell’autostrada Roma-Fiumicino, ma “il nostro obiettivo primario era la sicurezza delle persone”. “C’è stato un corto circuito – ha aggiunto Lo Presti – che ha scatenato l’incendio nella zona commerciale, abbiamo 18 mila centraline che rilevano il fumo che sono scattate e sono arrivati i vigili. Il Terminal 3 è distrutto dopo i varchi di sicurezza cioè la parte commerciale, il resto è agibile e non è stata interessata l’area del cantiere per il nuovo molo”.
“L’incendio ha prodotto una nube – ha spiegato Riggio ai giornalisti – che “ora sembra del tutto eliminata. Le compagnie aeree stanno riprendendo ad operare in tempi abbastanza celeri”.
La società di gestione aeroportuale ha messo in campo una task force di quasi 400 addetti per assistere i passeggeri, per le attività di sicurezza e vigilanza e per supportare nelle prime operazioni per il ripristino delle condizioni di agibilità al Terminal 3.
La situazione è tornata gradualmente alla normalità e le operazioni di volo hanno ripreso regolarmente già nelle prime ore del pomeriggio. I primi aerei sono decollati, tra questi un volo operato da Delta Airlines per Detroit e un altro di Iberia per Madrid.
La procura di Civitavecchia ha aperto una inchiesta sull’incendio. Il pm Valentina Zaratto, che procede per incendio colposo contro ignoti, ha disposto il sequestro dell’intera area interessata dalle fiamme.