Premio Nenni a Don Prisutto: "Voglio rompere il silenzio" - QdS

Premio Nenni a Don Prisutto: “Voglio rompere il silenzio”

Giuseppe Solarino

Premio Nenni a Don Prisutto: “Voglio rompere il silenzio”

mercoledì 27 Maggio 2015

A Roma il riconoscimento all’Arciprete di Augusta per il suo impegno nella lotta all’inquinamento. Pietro Grasso: “Lei è diventato un punto di riferimento per la sua comunità”

AUGUSTA – A Roma, presso la biblioteca del Senato della Repubblica, si è svolto il conferimento del “Premio Nenni 2015” all’arciprete di Augusta, Don Palmiro Prisutto, per la sua trentennale attività di lotta all’inquinamento industriale nel cosiddetto “triangolo della morte” di Augusta-Priolo-Melilli.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al sacerdote, attraverso la rete, dopo un vero e proprio plebiscito. Ha introdotto la cerimonia lo stesso Presidente del Senato, Pietro Grasso, il quale rivolgendosi a Don Prisutto ha affermato che: “Oggi questo speciale riconoscimento viene conferito a una persona altrettanto speciale: Don Palmiro Prisutto, parroco di Augusta. Don Palmiro, la ringrazio di essere qui con noi. Lei è diventato negli anni un punto di riferimento per la sua comunità, martoriata dall’inquinamento del polo petrolchimico, il più grande di Europa. Purtroppo quello che negli anni Cinquanta ha rappresentato un forte fattore di crescita economica e sociale, oggi si rivela causa di un terribile inquinamento ambientale: falde idriche infiltrate, anomalie negli alimenti, deformazioni nei pesci e tanti, troppi casi di patologie tumorali nella popolazione. E lei, caro Don Palmiro, tiene senza sosta questa triste, drammatica contabilità: elencando i nomi delle persone morte di tumore. Una situazione che non può rimanere un problema di coscienza personale, è una questione che riguarda proprio quella coscienza collettiva tanto cara a Nenni”.
Don Prisutto, prendendo la parola, ha dichiarato: “Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato. Ci tengo a sottolineare che tale risultato non mira a un riconoscimento personale, ma a riportare all’attenzione nazionale il dramma di Augusta. Il “caso Augusta” non è molto conosciuto. Ho deciso di mettere in campo la mia persona per rompere il silenzio. Ogni 28 del mese celebro una messa. Ogni giorno la gente ad Augusta mi indica i nomi dei familiari morti di cancro. Si è rotto un muro di omertà. La messa del 28 mi ha ridato questa opportunità. Ho paragonato questa vicenda alle foibe. Solo da qualche anno si fa memoria di questi morti. Tutti questi morti erano gettati nella fossa dell’oblio. La messa li ha tirati fuori”.
“Tengo a precisare – ha proseguito Don Prisutto – che il mio non è un registro tumori. In otto di queste 16 pagine, in cui fino ad ora sono elencati 770 nomi, ci sono persone che non hanno 65 anni. Non è un dato statistico, ma le proiezioni non ci fanno sperare nulla di buono. Se le istituzioni non ci rispondono, Augusta continuerà a soffrire. Qualcuno inquina a norma di legge. Inquina consapevolmente. Augusta non è uno dei tanti paesini dell’Italia, è una città che, grazie al proprio porto, offre allo Stato ogni anno una ricchezza enorme. Si parla di bonifica ma non si fa. Ad Augusta abbiamo tutti i rischi possibili, tranne quello delle valanghe!”.
“Per Natale, – ha concluso Don Prisutto – due anni fa abbiamo ricevuto in regalo un albero dalla Esso. Abbiamo contestato questo albero. Abbiamo messo i nomi di alcuni morti di cancro dentro sacchetti bianchi con accanto una candela accesa. Ad un certo punto l’albero si è riempito di nomi. Due giorni dopo il logo sotto l’albero è sparito, come anche i soldi per la festa del santo patrono san Domenico. Non ho avuto grandi applausi. L’applauso potrebbe corrispondere a un momento di silenzio per le vittime. L’articolo 32 della Costituzione lo dice. Ma da noi la suprema lex non è la salute. Sono i profitti. Come uomo e come cristiano dico che questa logica non è accettabile”.

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