British Journal of Sports Medicine: lavorare in piedi migliora il metabolismo, l’attenzione e la produttività. Il “walk-and-work” permette un incremento nel consumo energetico pari a 119 kcal/h
CATANIA – Una vera e propria rivoluzione nel modo di lavorare in ufficio. La scrivania? Oramai superata. Secondo la ricerca scientifica condotta da un gruppo di studiosi britannici, pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, le postazioni lavorative del futuro saranno in piedi: “standing desk” – così le chiamano – le nuove scrivanie che possono essere utilizzate senza sedia, in posizione eretta. D’altronde, dai dati risulta che in Scandinavia la percentuale degli uffici che ha adibito per i propri dipendenti che lavorano al computer postazioni di questo tipo è pari al 90 per cento, mentre in Inghilterra si aggira soltanto intorno all’1 per cento, cifra che scende ulteriormente nel resto dei Paesi occidentali. Ma a che pro?
Lo studio, elencando gli ormai risaputi rischi a cui si va incontro conducendo una vita sedentaria, dimostra quali effetti benefici derivano dalla nuova modalità lavorativa: innanzitutto, il metabolismo viene accelerato e si riscontra un consumo di calorie pari a quasi il 40 per cento in più; inoltre, migliora l’attenzione e la produttività; infine, diminuisce la sonnolenza, soprattutto dopo i pasti; in generale, il dire addio al tradizionale modus operandi diminuisce i rischi di disturbi cardiaci, diabete e tumori; in ultima analisi, la postura verticale rappresenta un metodo efficace per contrastare l’obesità.
Negli ultimi vent’anni, nei paesi sviluppati e in via di sviluppo, gli impiegati trascorrono la propria giornata lavorativa seduti davanti allo schermo di un computer (65-75%); non a caso, premettono gli scienziati che hanno condotto lo studio, due terzi della popolazione è in sovrappeso; le cause sono complesse, ma un’incidenza non indifferente è data dalla scarsa attività fisica, fattore che risulta essere determinante nella patogenesi dell’obesità. Su questa linea, la ricerca ha dimostrato che le postazioni di lavoro verticali, definite “walk-and-work”, che incorporano anche un tapis roulant (treadmill desk), permettendo a un individuo obeso di lavorare e camminare contemporaneamente, comportano un aumento significativo nel consumo giornaliero di calorie.
Se diamo un’occhiata da vicino ai dati, infatti, si rileva un incremento nel dispendio di energie che, dalle 72 kilocalorie all’ora, raggiunge le 191 kcal/h, con una media, tra i volontari reclutati, di 119 kcal orarie consumate.
Un esempio delle intenzioni concrete di procedere lungo questa strada è fornito da Marc Zuckenberg, che ha abolito 250 scrivanie tradizionali per sostituirle con i cd. treadmill desk. E anche nel passato, a partire da Leonardo Da Vinci nel ‘500, proseguendo con Benjamin Franklin e Thomas Jefferson a cavallo tra ‘700 e ‘800, fino ad arrivare a Ernest Hemingway nel ‘900, numerose personalità più o meno influenti hanno apprezzato i benefici di lavorare in piedi.
Aspetti positivi. Benefici per la salute e guadagni per l’azienda
Gli esperti, dimostrando che non è più sufficiente la corsetta quotidiana per mantenersi in buona salute, suggeriscono alcune dritte: è opportuno approfittare di ogni momento disponibile per alzarsi, facendo una telefonata o preferendo recarsi direttamente dal collega piuttosto che contattarlo via e-mail; è un’ottima idea allontanarsi ogni 30 minuti dal computer, preferire le scale all’ascensore e tenere le riunioni in ambienti che permettano di passeggiare durante la discussione. Piccoli accorgimenti con innegabili risvolti positivi per la nostra salute. La sedentarietà, spesso poco considerata come concausa nell’insorgenza di alcune patologie e fastidi psico-fisici, svolge un ruolo determinante: infatti, raddoppia il rischio di diabete di tipo 2, aumenta del 45% il rischio di malattie cardiovascolari e del 15% quello di cancro.
Infine, dai vantaggi in capo all’impiegato discenderebbero, quasi in un rapporto a catena, una serie di aspetti positivi anche per le aziende, dal momento che si registra un aumento della produttività, del livello di soddisfazione del personale lavorativo e, di conseguenza, una diminuzione dell’assenteismo e dei costi per l’assistenza sanitaria.