Legge 194, qualche dato sugli aborti criminosi - QdS

Legge 194, qualche dato sugli aborti criminosi

Legge 194, qualche dato sugli aborti criminosi

martedì 16 Giugno 2015

Le interruzioni illegali sono state 136 nel 2014 contro le 206 del 2011. Sono pochi e in diminuzione, si verificano soprattutto al Nord

PALERMO – A circa quarant’anni dall’entrata in vigore della Legge 194/78, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, il ministero della Giustizia ha reso noti, a marzo scorso, i risultati di un monitoraggio riguardante le violazioni delle disposizioni penali previste dalla Legge, nel ventennio 1995 – 2014.
Fermo restando il valore sociale di una norma atta a contrastare “gravi pericoli per la salute psicofisica della donna”, la ricerca rivela un utilizzo penalmente rilevante dell’aborto, benché in misura contenuta. Sono infatti in numero ridotto i procedimenti penali iscritti presso le Procure (136 nel 2014, 206 nel 2011), con un’esigua proporzione di persone iscritte (230 nel 2014, 343 nel 2011, circa 1,7 in media per procedimento).
 
I reati contestati vanno dall’aborto per colpa (per esempio, per incidente stradale) a quello clandestino, con una preponderanza dell’aborto per colpa (56,6% nel 2014) e dei reati atti ad agevolare quelli della Legge (48,6% nel 2003).  Il solo aborto clandestino coinvolge il 25-30% degli iscritti (con una media minima storica di 1,2 nel 2014 e un massimo di 5 nel 1999): ciò indica la non abituale propensione a eseguire questo tipo di delitto in modo organizzato. La ripartizione geografica più interessata è il Nord (51,5% nel 2007), i valori più bassi si registrano al Centro e nelle Isole (rispettivamente, minimo del 12,5% e dell’8% nel 1999).
Riguardo la tipologia delle persone coinvolte, si individua la presenza di medici e paramedici, con un picco del 34% nel 1999, e una tendenza decrescente fino all’11%, nel 2014.
Per il 2014 la percentuale degli stranieri sul totale è stata del 33% (63,9% per i delitti di tipo doloso). Si evince una decisa maggiore propensione degli stranieri a commettere reati non colposi, anche a fronte dei dati Istat all’1/01/14, quando essi costituivano solo l’8,1% circa dell’intera popolazione italiana.
 L’aumento degli stranieri coinvolti (dal 23% del 2007 al 33% del 2014) spiegherebbe la tendenza decrescente relativa alle professioni, poiché in genere questi non esercitano professioni sanitarie.
Un fenomeno, quello dell’aborto per dolo, spesso sotterraneo, cui corrisponde una parte “emersa”, quella delle richieste volontarie inoltrata da donne minorenni (art. 12, L. 194/78), con un trend decrescente dal 2007 (da 1.435 a 923 nel 2014). Anche in questo caso il Nord è l’area più interessata (picco del 46% nel 2014). Fino al 2005 alla richiesta è seguita quasi sempre l’autorizzazione del giudice tutelare, in oltre il 97% dei casi (98,6% nel 1989).

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