Per salvare la Terra dalle emissioni bisogna partire dalle azioni locali - QdS

Per salvare la Terra dalle emissioni bisogna partire dalle azioni locali

Rosario Battiato

Per salvare la Terra dalle emissioni bisogna partire dalle azioni locali

sabato 31 Ottobre 2009

In Sicilia la sensibilità energetica è ancora lontana dall’entrare nell’ottica degli enti locali. Ricerca Usa: attuare 17 azioni, a partire da una gestione sostenibile della casa

PALERMO – Salvare l’ambiente non è un’impresa complicata e non servono grandi proclami mondiali. Come sempre è dal locale che bisogna partire per puntare ad azioni che abbiano poi una evidenza globale.
Secondo un’autorevole ricerca pubblicata sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze “PNAS” esistono 17 azioni essenziali per ridurre le emissioni annuali di Co2 senza che si modifichi la qualità di vita di ciascuno. La ricerca è stata condotta da Thomas Dietz della Michigan State University presso la East Lansing ed esplicita che le 17 tipologie di azioni passano principalmente dall’utilizzo delle apparecchiature domestiche. Come la ricerca stessa attesta sono cinque le categorie essenziali su cui agire: climatizzazione dell’ambiente domestico con installazione di sistemi efficienti di isolamento, installazione di apparecchiature efficienti per il raffreddamento degli ambienti, manutenzione e uso corretti di dette apparecchiature, comportamenti quotidiani.
Sotto osservazione quindi l’utilizzo dell’energia elettrica nelle case che da sola contribuisce al 38% di tutte le emissioni di Co2 degli Stati Uniti, pari all’8% delle emissioni globali. Gli esperti consigliano pertanto l’applicazione del cap-and-trade, meccanismo che permette di far pagare gli esuberi sui permessi di emissione di Co2. Tra le priorità da inserire nella casa modello ci sono certamente gli impianti di ultima generazione, i pannelli isolanti, un utilizzo equilibrato delle temperature.
Secondo lo studio se i cittadini seguissero queste buone pratiche ridurrebbero le emissioni in atmosfera di 34,4 tonnellate annue negli Stati Uniti.
In Italia ed in particolar modo in Sicilia esistono diverse norme per il risparmio energetico delle nostre abitazioni.
Ad esempio il Decreto legislativo 192/2005 prevede che le nuove abitazioni e le ristrutturazioni oltre un certo volume devono provvedere ad almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda con fonti rinnovabili.
Inoltre, esistono anche delle norme da applicare al regolamento edilizio degli enti locali come il comma 2 dell’articolo 4 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia emanato con decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, che disciplina le modalità costruttive, con particolare riguardo al rispetto delle normative tecnico-estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e vivibilità degli immobili e delle pertinenze degli stessi.
Normative mai recepite dalla Regione Siciliana che, infatti, patisce un ritardo di sostenibilità ambientale non solo nelle abitazioni private ma anche nell’edilizia comunale.
Proprio quest’ultima non riesce a fornire quel “buon esempio” di risparmio e sostenibilità energetica che dovrebbe a cascata fare effetto anche sulle abitazioni private.
Basti pensare che, secondo due recenti inchieste del Quotidiano di Sicilia, nell’Isola solo il comune di Palermo si è dotato di un regolamento edilizio, peraltro soltanto sulla carta, per conseguire degli obiettivi strategici in termini di risparmio energetico, mentre la figura dell’Energy manager, un professionista che dovrebbe servire alle pubbliche amministrazioni per pianificare una corretta politica energetica, esiste in 16 comuni e  in appena quattro province.

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