PALERMO – Un fattore particolarmente importante che spesso determina la complessiva qualità della vita condotta dalle famiglie con minori attiene alle caratteristiche della zona in cui si vive. A qualificare lo stile di vita ci pensa la relazione dell’autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza presentata al Parlamento lo scorso 22 giugno e giunta ormai alla quarta edizione. L’attività svolta dall’autorità garante si è servita di una serie di indicatori (collegamento con i mezzi pubblici, inquinamento dell’aria, traffico, inquinamento acustico, rischio di criminalità, piste ciclabili, presenza di parchi, giardini e più in generale verde pubblico) per rilevare il grado di soddisfazione o anche di rischio percepito da nuclei familiari con almeno un minore nelle varie regioni.
Emerge chiaramente una situazione abbastanza variegata nei vari contesti regionali. Il Mezzogiorno si caratterizza per profonde difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici. Proprio in Calabria a riscontrare parecchie difficoltà è ben una famiglia su due (50,1%), seguono immediatamente le famiglie campane (49,6%) e siciliane (39,2%).
Si tratta di una difficoltà dal peso non affatto irrilevante. Infatti, un tale deficit pesa particolarmente su tutti quei bambini che per andare a scuola devono servirsi dei mezzi di trasporto: sono ben il 63,3% nelle Isole (addirittura il 64% in Sicilia) e il 57,1% nel Meridione. Si tratta di una componente assai rilevante, costretta a scontare i ritardi strutturali che caratterizzano la nostra circoscrizione. Si pensi che in Sicilia quasi un bambino su due (48,2%) è costretto ad essere personalmente accompagnato dai genitori a scuola, solo il 16,3% si serve dei mezzi pubblici di trasporto e in pochissimi possono raggiungere l’istituto di formazione in bici (nella provincia autonoma di Bolzano più di un bambino su dieci usa la bici, in termini percentuali l’11,2%).
Dunque, i bambini siciliani sono costretti a sopportare oltre le rilevanti inefficienze gravanti sui trasporti pubblici, anche la quasi netta assenza di piste ciclabili. Infatti, in Sicilia si registra la più bassa copertura riscontrata a livello nazionale di piste ciclabili (3,5%), un tasso percentuale quasi ridicolo, specie se confrontato con i contesti centro – settentrionali. Pensiamo ad esempio a regioni come l’Emilia Romagna in cui si rileva una copertura di piste ciclabili pari al 78%.
In Sicilia purtroppo le brutte notizie non hanno fine. Infatti, l’Isola si distingue negativamente anche per il maggior tasso di assenza di parchi giardini e verde pubblico più in generale (59,2%). Sicuramente anch’essa una carenza di un certo spessore che mina gravemente la possibilità per i più piccoli di trascorrere del tempo all’aria aperta di praticare sport in modo autonomo ed indipendente.
Infine, concludiamo con una piacevole sorpresa attinente al rischio di criminalità percepito. Infatti, nonostante la Sicilia vanti un’assai poco invidiabile fama di regione strettamente collegata allo sviluppo di attività illegali soprattutto ad opera della criminalità organizzata, particolarmente bassa risulta essere la percentuale di famiglie che percepiscono questo rischio (20,9%). Si tratta di un valore inferiore di quasi quindici punti rispetto a quanto rilevato in Lombardia (35,1%), segno che la criminalità organizzata si sta trasferendo nelle regioni settentrionali maggiormente ricche e offerenti ulteriori possibilità di lucro.

