L’approvazione dell’emendamento Pd mette tensione nel centrodestra. Speziale: “Così si moralizza la Pubblica amministrazione”
Palermo – Semaforo rosso per i manager di Asl e ospedali che non hanno raggiunto il pareggio di bilancio nel triennio 2006-2008. è questo l’obiettivo dell’emendamento del Pd che è stato approvato all’Ars durante l’esame della riforma della sanità nonostante il parere negativo del governo. La norma che porta la firma dei parlamentari del Pd Speziale, Cracolici, Oddo e Panarello – è stata approvata con 49 voti favorevoli e 29 contrari e nel modificare l’articolo 21 della riforma, dice fra l’altro che “non possono essere nominati direttori generali” quelli che nel corso del triennio precedente alla pubblicazione di questa legge “non abbiano raggiunto gli obiettivi di equilibrio di bilancio”.
Un emendamento che non solo ha accentuato lo scontro tra maggioranza e opposizione ma che ha anche sottolineato la spaccatura all’interno della stessa maggioranza di governo, visto che nell’emendamento, che è stato votato a scrutinio segreto, sono chiaramente confluiti i voti di alcuni membri della maggioranza.
Immediate le reazioni di alcuni esponenti dell’Ars, tra cui il parlamentare dell’Udc, Rudy Maira, il quale ha tuonato: “Sull’esito della votazione a scrutinio segreto, in merito alla norma sulla decadenza automatica dei manager, esprimo tutto il mio disappunto. Gli effetti di questo voto impediscono alla sfera politica di entrare nel merito delle valutazioni sull’efficienza dei singoli manager”. Il nuovo criterio- continua Maira – non fa giustizia del lavoro di manager che per aumentare i servizi al cittadino hanno sforato, mentre si premierebbe chi ha ridotto le prestazioni guardando solo ai conti”.
Soddisfazione per il risultato nelle parole del deputato del Pd, Calogero Speziale che in una nota sottolinea che l’emendamento all’articolo 21 “è un risultato molto importante che va verso la moralizzazione della pubblica amministrazione. I parlamentari hanno dimostrato di capire e condividere questa linea nonostante lo sbandamento del governo che in aula ha espresso parere negativo”. Di diversa opinione, Salvino Caputo (Pdl), presidente della commissione Attività Produttive il quale ha affermato che: “Il voto segreto che ha determinato il principio che i direttori generali delle aziende sanitarie non possono essere rinominati se non hanno raggiunto gli obiettivi dimostra come sulla sanità vi è in atto uno scontro che colpisce anche i dirigenti generali che hanno lavorato bene ma che non hanno raggiunto gli obiettivi per mancanza di risorse. è chiaro comunque – ha concluso Caputo – che vi sono nella maggioranza settori che non condividono il lavoro fatto dall’assessore alla Sanità”.