2.000 mld di depositi fra poste e banche - QdS

2.000 mld di depositi fra poste e banche

Carlo Alberto Tregua

2.000 mld di depositi fra poste e banche

sabato 09 Ottobre 2021

Milioni di italiani con c/c di 100 mila euro

Da diverse fonti ufficiali risulta che milioni di italiani possiedono depositi bancari di almeno centomila euro cadauno, per complessivi duemila miliardi, un po’ più del debito pubblico italiano.

Da un canto questa circostanza è una forza, perché dimostra solidità del sistema. Dall’altra è una debolezza perché l’enormità delle cifre dormienti nei conti bancari significa che la ruota economica gira lentamente o non come dovrebbe.

Si dirà che questo rallentamento, sia negli investimenti che nei consumi, sia conseguenza dell’epidemia che ha bloccato il Paese per oltre un anno. Sarebbe vero se prima della malaugurata circostanza le cose si fossero mosse con la normale velocità, se gli investimenti fossero aumentati, se i consumi fossero progrediti e il Pil del Paese fosse aumentato di diversi punti percentuali, anche al di sopra della media europea.
Ma tutto ciò non è accaduto, anzi il contrario. Responsabilità dei governi che si sono succeduti in questa legislatura, partita con le elezioni del 4 marzo 2018.

Non è che prima le cose andassero meglio. Tutt’altro. I governi che hanno preceduto quelli di Giuseppe Conte hanno arrancato in modo maldestro, con la conseguenza che il Paese è rimasto senza crescita.
Tutti sanno che una delle gambe per fare girare l’economia sono i consumi, cioé la gente che spende in beni correnti, voluttuari o in investimenti fissi. La leva che muove i cittadini a spendere è la fiducia nel futuro.

In questi anni essa è stata ai minimi, con la conseguenza che i cittadini si sono impauriti e quindi hanno preferito tenere i soldi, come si usa dire, sotto il letto piuttosto che spenderli. Meno che mai i cittadini sono portati ad indebitarsi, come fanno nei periodi normali di crescita, per comprare beni durevoli o voluttuari, per viaggi, turismo ed altro.

Se voi chiedete a qualunque cittadino per strada perché non si indebita o non spende i risparmi, nelle risposte si nota quantomeno una grande prudenza, ma dietro la stessa c’è, come prima si scriveva, la paura del futuro, una paura che prende la testa delle persone e le induce a non fare nulla. E così la ruota economica viene rallentata o addirittura fermata.
Perché la gente dovrebbe avere fiducia nel futuro? La risposta è semplice. Il futuro, come è noto a tutti, è arbitrario ed incerto, quasi nessuno può ipotizzarlo in maniera concreta. Tuttavia, le previsioni sono sempre più precise perché basate su serie storiche. Inoltre, gli algoritmi sono sempre più performanti e i calcolatori sempre più potenti. Dunque, le previsioni si possono fare, ma per essere credibili, chi le fa deve essere credibile.

Insomma, tutta la questione gira attorno a una sola parola: fiducia. Fiducia in chi? In chi deve guidare il Paese, dimostrando doti di moralità superiori alla media, capacità, equanimità e forza morale, per agire con equità all’interno di una popolazione. In altre parole, ci vogliono gli Statisti e non dei galoppini che vengono eletti a casaccio o a strascico: gente che non aveva né arte né parte, incapace anche di gestire il bar o il chiosco; gente che improvvisamente occupa scranni istituzionali con compensi anche di diecimila euro al mese oltre ai benefit.

Dunque, nelle banche e nelle poste vi sono duemila miliardi di depositi. Essi vanno messi in circolazione. Questo compito è precipuo del sistema bancario che ha tutto l’interesse a finanziare gli investimenti, ricevendo gli interessi sulle somme investite.

C’è da aggiungere che con i diversi decreti anti-Covid, lo Stato ha esteso le garanzie sui prestiti bancari fino al cento per cento. Ma nonostante ciò, sembra che il cavallo non beva, cioé che le imprese attingano in maniera limitata alle fonti finanziarie che le banche mettono loro a disposizione.
Si tratta di un circolo economico noto a tutti, ovvero una ruota che per il momento gira lentamente. Sono gli investimenti che la fanno accelerare; sono i consumi che la fanno accelerare.

Il Governo Draghi ha questo improbo compito di fare aumentare la velocità di rotazione della ruota economica e può farlo non solo con le risorse normali del proprio bilancio ordinario, ma anche con i circa duecento miliardi messi a disposizione dall’Unione Europea da qui al 2026. A condizione che la burocrazia funzioni bene. Un’utopia?

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