È l’intera classe dirigente che ha fallito, a che serve tornare a votare? Lo abbiamo chiesto a Gian Antonio Stella, editorialista del Corriere della Sera, autore di numerosi libri-inchiesta sugli sprechi perpetrati anche dalle autonomie, specie quella siciliana.
“Premetto di non sapere se sia possibile arrivare a un commissariamento. In ogni caso, se io fossi siciliano sarei furibondo con la vostra classe politica. Crocetta ha commesso una serie di errori che sono sotto gli occhi di tutti. Però che adesso venga fuori che sia tutta colpa sua è assurdo: la destra ha governato per moltissimo tempo, lasciando dei disastri. Per cui come minimo le responsabilità vanno ripartite tra tante componenti della società siciliana. Che partono anche dal sindacato, il quale nella formazione ha avuto un ruolo molto importante”.
“La classe politica siciliana non ha mostrato la capacità di usare l’autonomia nel modo giusto, una revisione è indispensabile. E non vale solo per la Sicilia. Sgombriamo il campo da ogni sospetto di supponenza settentrionale: va rivista anche l’autonomia della Valle d’Aosta, del Friuli e della Sardegna. Sull’autonomia dell’Alto Adige ci sono delle questioni internazionali”.
“Io credo che puoi mettere il commissario anche per un anno o due, che sistema alcune cose in sospeso, ma poi torni al voto con che legge? Con questa? È da pazzi!”
“È proprio la ragione della debolezza di Crocetta. Io credo sia una persona per bene, anche se talvolta un po’ pasticciona. Se lui avesse avuto la possibilità di governare almeno con il 53% dei seggi la situazione forse sarebbe stata diversa. Ma ve li immaginate Napoleone o Churchill governatori della Sicilia? Con una legge elettorale come questa sarebbe ingovernabile anche la Finlandia, la Svezia”.
“Io capisco l’insofferenza dei siciliani, che ogni giorno magari dicono ‘basta, commissariatela e non se ne parla più’. Però i problemi complessi non hanno soluzioni semplici. Sicuramente il governo deve mettere mano alle autonomie delle regioni. Dubito che questo Parlamento siciliano sia in grado di darsi una legge elettorale diversa”.