Politiche sociali: 26 milioni di euro alla Sicilia ma sub condicione - QdS

Politiche sociali: 26 milioni di euro alla Sicilia ma sub condicione

Politiche sociali: 26 milioni di euro alla Sicilia ma sub condicione

mercoledì 12 Agosto 2015

Pubblicato sulla Guri del 18 luglio il decreto che ripartisce i fondi per gli interventi rivolti agli ultimi. Il mancato utilizzo delle risorse comporterà la revoca dei finanziamenti

PALERMO – “Ripartizione delle risorse finanziarie afferenti il Fondo nazionale per le politiche sociali, per l’anno 2015” è il titolo del decreto del 4 maggio 2015, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 18 luglio 2015 n. 165, che porta la firma del ministro del Lavoro e delle politiche sociale, Poletti, nonché del ministro dell’Economia e delle finanze, Padovan. E’ di circa 313 milioni la somma disponibile relativa al Fondo nazionale per le politiche sociali per l’esercizio finanziario corrente.
 
Tale somma è così ripartita: la somma destinata alle Regioni è pari a oltre 278 milioni; mentre la somma attribuita al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per gli interventi a carico del Ministero e la copertura degli oneri di funzionamento finalizzati al raggiungimento degli obiettivi istituzionali, è di quasi 35 milioni.
Venendo alla nostra Isola, la somma destinata alla Sicilia ammonta  a poco più di 26 milioni di euro. Con una previsione specifica: il mancato utilizzo delle risorse – si legge al punto 5 dell’art.3 – da parte degli enti destinatari, comporta la revoca dei finanziamenti, i quali sono versati all’entrata del bilancio dello Stato per la successiva riassegnazione al Fondo stesso.
Le Regioni, inoltre, si impegnano a monitorare e rendicontare al Ministero gli interventi programmati cui sono destinate le risorse. Sono previste  diverse aree di competenza: responsabilità familiari, disabilità, povertà ed esclusione sociale.
Importante quanto precisato nell’art. 4 dove si dice che, anche al fine di migliorare la programmazione, il monitoraggio e la rendicontazione degli interventi, le regioni e le province autonome concorrono, nei limiti delle loro competenze, alla realizzazione del Sistema informativo dei servizi sociali a partire dai moduli in fase di sperimentazione del sistema informativo degli interventi per le persone non autosufficienti (Sina), del sistema informativo sulla cura e la protezione dei bambini e delle loro famiglie (Sinba) e del sistema informativo su interventi e servizi sociali a contrasto della povertà e dell’esclusione sociale (Sip), ferma restando l’adozione dei provvedimenti necessari allo scambio di dati.
La programmazione deve essere comunicata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e costituisce condizione indispensabile per l’erogazione delle risorse spettanti a ciascuna regione.
Spetta alle regioni comunicare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali i dati necessari al monitoraggio dei flussi finanziari e, in particolare, i trasferimenti effettuati e gli interventi finanziati con le risorse del Fondo stesso. L’erogazione delle risorse spettanti, tra l’altro, a ciascuna regione deve essere comunque preceduta dalla rendicontazione sull’effettiva attribuzione ai beneficiari delle risorse trasferite nel secondo anno precedente il presente decreto.
Il riparto ha assegnato la somma più alta tra tutte le regioni alla Lombardia, che beneficia di oltre 40 milioni. Alla Valle D’Aosta va, invece, la somma più bassa tra tutte le regioni: “solo” 806.759 euro.
Infine va rilevato che, allo scopo di definire un Piano sociale nazionale triennale condiviso con le regioni e con gli enti locali, volto ad individuare le priorità di finanziamento, l’articolazione delle risorse del Fondo, nonché le linee di intervento e gli indicatori finalizzati a specificare gli obiettivi di servizio con i relativi flussi informativi, è stato costituito a cura del ministero del Lavoro e delle politiche sociali un gruppo di lavoro con le regioni e l’Anci, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.

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