2022, ritorno dei Bot, calata delle azioni - QdS

2022, ritorno dei Bot, calata delle azioni

Carlo Alberto Tregua

2022, ritorno dei Bot, calata delle azioni

venerdì 31 Dicembre 2021

Il denaro vola come il vento

Non tutti sanno che le masse finanziarie girano per il mondo come il vento che le sospinge. Esse vengono anche attratte dalle parti ove vengono meglio remunerate.
Sono ormai di enorme quantità, per cui è difficile poterle controllare da questo o da quello. È anche difficile prevedere da cosa o da chi esse vengano attratte.

Tuttavia, una qualche indagine su come andranno le cose nel 2022 si può fare, come per altro agiscono le grandi case di rating, cioé coloro che danno i voti ai Paesi, alle Regioni, alle imprese, alle banche e ad altri.
Il rating rappresenta una sorta di bollinatura della solidità del soggetto cui si riferisce, il che si traduce nella capacità di pagare i debiti.

In fondo, il circuito debiti-pagamenti è sempre uguale. Le banche vivono dei prestiti, ma la loro capacità deve valutare i debitori e quindi la probabilità elevata che tali prestiti vengano pagati.
I prestiti si fanno se a monte vi è la raccolta dei risparmi. Vi sono regole rigorose a livello di banca mondiale e di banche dei diversi Stati, per tutelare i risparmiatori ed evitare che essi vengano penalizzati da crolli, il cui ultimo, ricordiamo, è stato quello della Lehman Brothers.

I risparmi vanno verso i siti che li remunerano di più e che danno maggiore sicurezza di essere tutelati.
Durante questo biennio in cui vi è stata l’epidemia, è intervenuto un altro fattore che ha distorto l’andamento prima descritto. Si è trattato della decisione delle più importanti banche del mondo, la Federal Reserve degli Stati Uniti e la Banca Centrale europea, di acquistare i titoli del debito pubblico dei diversi Stati a costo zero per gli stessi. Cosicché l’indebitamento crescente di ogni Paese non ha avuto peso sul proprio bilancio.

Ma dal 2022 lo scenario cambierà perché la Fed ha annunciato che diminuirà l’acquisto di titoli di Stato a costo zero e aumenterà di tre volte il tasso di interesse.

La Bce non ha annunciato la stessa manovra, però ha previsto una riduzione dell’acquisto dei titoli di Stato a interesse zero e ha fatto intendere che nel secondo semestre del 2022 aumenterà i tassi, il che si traduce nella remunerazione dei titoli di Stato di ogni Paese.
Conseguenza di quanto precede sarà che gli stessi titoli di Stato, intesi come Bond o Bot, diventeranno più appetibili, per cui la loro attrazione fatale porterà i Fondi, che gestiscono enormi risorse finanziarie, a spostarle dal settore azionario a quello obbligazionario.
Non è difficile prevedere che le azioni, molto gonfiate nel biennio, comincino la loro discesa, magari lenta, ma continua.

Quindi, è molto probabile che gli indici che misurano i mercati azionari cominceranno a scendere, non sappiamo se lentamente o repentinamente, durante il corso del 2022.

L’analisi che precede è piuttosto semplice, qualcuno potrebbe definirla semplicistica, ma, se si guardano i movimenti storici del danaro degli ultimi cinquant’anni nel mondo, ci si accorge che quanto stiamo prevedendo, seppure in modo sommario, è già accaduto tante altre volte nel passato e, con molta probabilità, accadrà altrettante volte nel futuro.

Chi ha risparmi deve essere molto cauto ad affidarli a questo o a quel gestore. Sarà opportuno che faccia una propria valutazione, seppure senza pretese professionali, ma cercando di capire come si muoveranno le masse finanziarie fra settore azionario e settore obbligazionario.
I Fondi cominciano a dare segnali in questa direzione. Gli indici delle borse altrettanto. Ma si tratta di indici molto flebili e di difficile interpretazione, mentre occorre senso pratico per seguire con attenzione i movimenti che abbiamo prima indicato.

Il ritorno in auge dei Bot e la calata delle azioni sono probabili, ma non certi, con la conseguenza che comunque bisogna stare attenti e vigili, senza cullarsi sugli allori e soprattutto senza dar credito a coloro che propongono mirabolanti rendimenti degli investimenti.
Non saranno possibili. Accontentarsi del tre/quattro per cento di remunerazione e fare un po’ di trading, cioè acquisto e vendita di titoli in modo prudente, può essere un modo per preservare i propri risparmi.

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