2025, un mondo nuovo - QdS

2025, un mondo nuovo

2025, un mondo nuovo

martedì 17 Dicembre 2024

Immagino un mondo nuovo, un mondo nuovo fatto di relazioni uniche, rispettose, fatto di libertà reciproca e cooperazione reciproca, di sostegno e anche di gentilezza

Tra tutti gli eventi che hanno attraversato l’anno che si sta concludendo ciò che mi fa riflettere più di ogni altro e non perché gli altri non siano seri o gravi (guerre, clima, Trump …), ma perché il tema coinvolge l’essere umano in ogni senso e modo, è quel tema che richiede di scardinare vecchi pregiudizi e credenze di genere che hanno lontane origini come il concetto ridicolo, ma pazzamente radicato ancora del maschio Alfa, l’uomo che non deve chiedere mai, che non esprime emozioni, che porta l’armatura a difesa delle proprie piccole certezze, che ha imparato a dover vincere o sarà considerato soprattutto dagli altri maschi Alfa, un vero fallito.

Ecco, il vincere, ma vincere cosa ? “Io non perdo mai o vinco o imparo” diceva Nelson Mandela, ma quale fallimento, l’errore è parte del vivere, se non vivi, se non giochi il gioco della vita con le sue regole infinite e intercambiabili, non impari, non sbagli certo, ma non impari. E quando pensi di non aver vinto, è perché nel frattempo hai vinto altro, ad esempio, nel prenderti cura della tua famiglia, degli amici, di te stesso.

Ci sono giorni buoni e giorni meno buoni, a volte riesci a volte no e non per questo sei un fallito. Puoi perdonarti. Se gli uomini comprendessero, che non è necessaria l’affermazione del sé a tutti i costi, si educherebbero ad accettare un NO da una ragazza che dice NO, imparerebbero a difendere quella ragazza da frasi sessiste e retrograde, imparerebbero a riconoscere i propri privilegi dietro millenni di patriarcato e abbasserebbero le barriere che impediscono il vero confronto con le donne per la crescita dell’umanità intera.

Magari si aprirebbero alle emozioni e ne parlerebbero, alle paure e alle ansie, non userebbero la forza e la rabbia per reagire quando sentono minate le loro ataviche credenze. Ma ci vorrebbe un percorso di educazione sentimentale e sessuale nelle scuole e nelle famiglie per permettere ai ragazzi di crescere con l’idea che la diversità dalle ragazze è una tale immensa ricchezza da cui non si può prescindere e che l’accettazione consapevole del confronto civile e sano è di una bellezza così potente da far uscire energie e idee in modo prorompente e complementare. Saper giocare insieme nel gioco della vita rompendo l’argine della competizione a tutti i costi riduce o elimina la competizione stessa e la necessità di dimostrare di essere il più forte.

Quanto abbiamo imparato dal papà di Giulia Cecchetin, dalla sua pacatezza dolorosa e addolorata, dalla sua disperazione profonda ma calma. Quanto vivrebbero meglio gli uomini in un mondo migliore di così? E quanto le ragazze e le donne se fossero libere di camminare per strada di notte senza paura, quanto saremmo tutti più felici e quanta energia in più avremmo scrollandoci da dosso la preoccupazione di sbagliare frasi, gesti, strada, vestiti, incontri. Quanto sarebbero più felici anche gli uomini alleggeriti da questo peso, di dover essere più forti, più duri, più potenti e competitivi?

Immagino un mondo nuovo, un mondo nuovo fatto di relazioni uniche, rispettose, fatto di libertà reciproca e cooperazione reciproca, di sostegno e anche di gentilezza. Perché so che bisogna avere fiducia nella vita e nelle persone che incrociano la nostra strada, non tutto è buio, esiste tanta luce attorno e in noi. Lasciamola uscire.

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