Save the children: nel 2010 accertati 2.400 minori vittime di tratta e il bacino aumenta. La storia di Ahmad: “Pensavo di guadagnare, ho trovato un altro Egitto"
PALERMO – Sono almeno 168 milioni nel mondo i bambini e gli adolescenti costretti a lavorare, di cui 85 milioni impiegati in mansioni ad alto rischio per la salute e la sicurezza. A denunciarlo, il dossier di Save The Children “Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento” appena pubblicato.
In Europa, secondo i dati di Eurostat, sono oltre 9.500 le vittime di tratta accertate e presunte nel solo 2010, minori nel 15% dei casi. L’Italia è il Paese che in cui se ne registrano di più: quasi 2.400 nel solo 2010. I dati poi non tengono conto del sommerso, costituito per lo più da migranti in transito nel nostro Paese. È proprio la loro enorme crescita a preoccupare di più Save The Children, in quanto bacino enorme per lo sfruttamento: dal 1 gennaio al 18 agosto 2015 gli arrivi di minori non accompagnati sono stati quasi 7.500.
Le adolescenti provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est (Albania, Bulgaria, Moldavia, Polonia, Russia, Ucraina e Ungheria) e dalla Nigeria costituiscono il gruppo più a rischio per la tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
La parte più consistente dei minori presenti nel territorio italiano, vittima soprattutto di sfruttamento lavorativo nei mercati generali di frutta e verdura, presso autolavaggi, pizzerie o frutterie, è costituita però dai minori egiziani. I più, una volta collocati nelle strutture utilizzate in Sicilia per la prima accoglienza, fuggono per raggiungere Roma, Milano e Torino.
È il caso di Ahmad, che racconta: “Dopo il mio arrivo sono stato in un centro di prima accoglienza in Sicilia per sei mesi. Ora ho appena compiuto 18 anni e quindi dormo in strutture per adulti qui a Roma e sto cercando lavoro. È impossibile trovarlo, ci sono sempre almeno 50 ragazzi per un solo lavoro. Le possibilità per noi sono un lavoro al mercato, spostare frutta e verdura, oppure fare la pizza o lavare le macchine. Mi piacerebbe tornare a casa, ma bisogna pagare e io non ho i soldi. Ho detto ai miei amici in Egitto, tramite Facebook, di non venire, che non ci sono posti di lavoro. Ma pensano che io sia egoista e che non dico la verità perché voglio tutto il lavoro per me. Verranno di persona e si renderanno conto. Quando sono partito pensavo che stavo per guadagnare un sacco di soldi, che stavo arrivando in paradiso. Ma ho lasciato l’Egitto per un altro Egitto”. Tra i progetti messi in campo per la protezione dei minori vittime di sfruttamento c’è Frontiera Sud, un programma rivolto ai minori in arrivo via mare in Sicilia, Puglia e Calabria, realtà in cui Save The Children svolge attività di informazione, consulenza legale e mediazione culturale proprio per scongiurare la caduta nella trappola dello sfruttamento.