Che clima fa? Sempre più frequenti le temperature estreme - QdS

Che clima fa? Sempre più frequenti le temperature estreme

Che clima fa? Sempre più frequenti le temperature estreme

martedì 29 Settembre 2015

Trentennio 1983-2012 il più caldo degli ultimi 1440 anni, soprattutto per emissioni di gas serra

Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi dal 1850, anno in cui sono iniziate le misurazioni a livello globale, e in particolare l’ultimo decennio è stato il più caldo: addirittura è probabile che gli anni 1983-2012 siano il trentennio più caldo degli ultimi 1440 anni. è praticamente certo il riscaldamento degli oceani a una profondità compresa tra 0 e 700 m nel periodo tra il 1971 e il 2010.
Di chi è la colpa del riscaldamento? È estremamente probabile che più della metà dell’aumento osservato della temperature superficiale dal 1951 al 2010 sia stato provocato delle emissioni di gas serra conseguenti alle attività umane.
Le conseguenze di queste emissioni e del riscaldamento sono la fusione dei ghiacci, la riduzione della copertura nevosa, l’innalzamento del livello medio globale marino ed eventi climatici estremi nella seconda metà del XX secolo. Le emissioni continue di gas serra accentueranno il cambiamento climatico e per poterlo limitare sarà necessario ridurle. Gli scenari elaborati dagli scienziati sono molto influenzati dalle scelte che verranno prese in futuro in questi termini.
In particolare, l’IPCC propone quattro scenari di aumento delle temperatura media globale alla superficie per la fine di questo secolo (media 2081–2100), risultato di centinaia di modelli esaminati. Lo scenario più ottimista prevede che le emissioni vengano ridotte drasticamente entro pochi decenni, mentre lo scenario più pessimista è uno scenario estremo senza riduzioni. A questi si aggiungono due scenari di riduzione intermedia. Rispetto ai periodi preindustriali gli aumenti previsti di temperatura oscillano tra 1°C–2.3°C (scenario di forte riduzione) e i 3.2°C-5.4°C (non intervento). Gli scenari intermedi prevedono aumenti compresi tra 1.7°C-3.3°C e 2°C-3.7°C. Insomma, se siamo fortunati rimaniamo entro i 2°C, un valore che comunque non ci esenterà dal subire le conseguenze del clima. È praticamente certo che gli estremi di temperatura (caldi e freddi) saranno più frequenti, così come le ondate di calore.
Il quarto punto chiave è che gli eventi estremi (come i tifoni o gli uragani, ma anche i valori massimi delle temperature) sono più frequenti. Infatti, a livello globale, sono diminuiti il numero di giorni e notti fredde ed è viceversa aumentato il numero di giorni e notti calde. È probabilmente aumentata la frequenza di ondate, in vaste aree dell’Europa, Asia e Australia e sono maggiori le terre emerse interessate da eventi di intense precipitazioni, con un aumento della frequenza e dell’intensità in Europa (come è successo in Sardegna) e Nord America.
Il ciclo dell’acqua sarà influenzato in maniera crescente dal cambiamento climatico a livello globale, differenziandosi a livello regionale: pioverà di più dove già piove molto, al contrario diminuiranno le precipitazioni nelle regioni già aride. Ad esempio, le zone equatoriali, le alte latitudini e le aree monsoniche saranno interessate da un aumento delle precipitazioni con intensificarsi di fenomeni estremi e conseguenti piene, mentre le zone tropicali aride al contrario vedranno ridurre il numero e la quantità delle piogge.
Gli scienziati inoltre si sono accorti che i ghiacci non sono più così ghiacciati. Sia in Groenlandia, che in Antartide la massa delle calotte glaciali è diminuita e sta diminuendo anche l’estensione della banchisa artica durante il periodo estivo. Il dato preoccupante è che molto probabilmente il tasso medio di diminuzione della calotta glaciale in Groenlandia è passato 34Gt/ anno nel periodo 1992-2001 a 215 Gt/anno nel 2002-2011, un diminuzione del 532%! Inoltre, in tutto il pianeta si sono ridotti quasi tutti i ghiacciai. Altra evidenza è che in tutti gli scenari previsti dai modelli probabilistici degli scienziati, è che i ghiacci continueranno a fondersi. L’estensione annuale dei ghiacci artici continuerà a diminuire nel corso del secolo e negli scenari più estremi sarà possibile una completa fusione stagionale del ghiaccio Artico a fine estate entro il 2050. La diminuzione della copertura glaciale entro il 2100 è forte ed è prevista in aumento da -15% al -55% (Antartide escluso).
Il tasso medio di innalzamento dei mari  a livello globale è certo e in accelerazione. Molto probabilmente si è passati da 1.7mm/anno nel periodo 1901-2010 e di 3.2mm/anno nel periodo 1993-2010. Ma non è finita: durante il XXI secolo il livello medio dei mari continuerà a crescere con range diversi a seconda degli scenari ipotizzati dagli scienziati. Si passa dagli ulteriori 26-55 cm nello scenario più ottimista, ai 45-82 cm nel più pessimista a cui si aggiungono i 15 cm già verificati.
Se smettessimo adesso di emettere gas serra saremmo al sicuro dal riscaldamento globale? Purtroppo no, perché questi cambiamenti, non cesserebbero comunque, a causa del tempo in cui i gas serra rimangono in atmosfera (il tempo di residenza che dura anche centinaia di anni); quindi, si prevede che tutti i cambiamenti causati dal riscaldamento continueranno per diversi secoli.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017