Scuola bocciata in integrazione. Ecco gli indici di insuccesso - QdS

Scuola bocciata in integrazione. Ecco gli indici di insuccesso

Scuola bocciata in integrazione. Ecco gli indici di insuccesso

martedì 03 Novembre 2015

Nelle scuole superiori di secondo grado quasi il 23% degli alunni non italiani respinto al primo anno. Rapporto Miur-Fondazione Ismu: il 65% degli stranieri in ritardo nel 2013/2014

PALERMO – Integrazione e successo scolastico di alunni con cittadinanza non italiana: questo il tema forte dell’ultimo Rapporto nazionale firmato MIUR-Fondazione Ismu che analizza, per l’anno scolastico 2013/2014, successi e criticità degli stranieri nell’accesso a un diritto fondamentale per la partecipazione sociale, come la scuola.
 
La presenza multiculturale nelle scuole italiane è in ampio incremento dall’anno scolastico 2001/02, come testimoniato dalla quadruplicazione degli alunni stranieri iscritti, passati da 196.414 nel 2001/02 a 802.844 nel 2013/14. L’espansione è stata particolarmente significativa nelle scuole secondarie di secondo grado, dove si è passati dal 14% di stranieri nel 2001/02 al 22,7% nel 2013/14. Nell’anno scolastico 2013/14 tra le cittadinanze più numerose troviamo gli alunni romeni (154.621), albanesi (107.847) e marocchini (101.176), con un cospicuo aumento dell’etnia egiziana (+19,9%) e delle Filippine (+16,7%), a fronte di una crescita media nazionale pari a solo il 6,2%.
 
Tra le aree geografiche interessate dal fenomeno, è il Nord quello a più alta concentrazione di presenze: al primo posto la Lombardia (197.202), seguita da Emilia Romagna (93.434), Veneto (92.924), Lazio (77.071) e Piemonte (75.276). Il Sud spicca per la crescita degli alunni stranieri, doppia o tripla rispetto alla media nazionale (+20,5% in Basilicata, +14,3% in Campania, +12,8% in Sicilia). La Sicilia è invece al primo posto con il 19,1% degli stranieri nati in Italia, iscritti nelle secondarie di secondo grado.
Vari i parametri analizzati dal Rapporto, in base ai quali valutare successi e difficoltà dei percorsi di inserimento scolastico degli immigrati. Per la regolarità dei percorsi scolastici, si assiste a un decremento degli alunni in ritardo in tutte le fasce d’età, per il consistente aumento degli stranieri nati in Italia. Per il 2013/14, tuttavia, tale ritardo si attesta ancora al 65,1% per gli stranieri nella secondaria di secondo grado (contro il 23,3% degli italiani). La situazione di svantaggio, considerata attraverso la non ammissione all’anno successivo, indica, sempre nel 2013/14, per gli stranieri nelle secondarie di secondo grado degli istituti professionali, percentuali di bocciature pari al 22,7%, al primo anno di corso. Relativamente infine al passaggio dalla secondaria di secondo grado all’università, gli stranieri non rinunciano a proseguire gli studi, sebbene con un ritardo in ingresso (19-20 anni, contro 18-19 degli italiani in oltre l’80% dei casi).
Se la riuscita scolastica rappresenta un indicatore privilegiato di inserimento, essa non può avvenire senza un clima d’aula positivo che favorisca l’integrazione delle differenze e il senso di appartenenza alla comunità. Obiettivo della scuola è prolungare l’obbligo scolastico per assicurare agli studenti l’acquisizione di solide competenze di base, ma questo non può realizzarsi senza uno stile educativo "internazionale", improntato alla valorizzazione delle differenze e alla collaborazione con le famiglie.
In questo scenario rilevanza assumono le possibilità formative date ai migranti adulti, essendo essi per lo più familiari chiamati a supportare gli alunni nei compiti a casa e a interagire con la scuola. L’ultimo Rapporto Indire, per l’anno scolastico 2011-2012, rileva 79.118 stranieri adulti (49,3% del totale) iscritti ai corsi di integrazione linguistica e culturale (Cils) promossi dai Centri territoriali permanenti per l’educazione degli adulti.

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