Aree degradate, 194 mln in tre anni - QdS

Aree degradate, 194 mln in tre anni

Aree degradate, 194 mln in tre anni

mercoledì 04 Novembre 2015

Un’altra occasione per la Sicilia: pubblicato il decreto del piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale. In prima linea i nostri comuni che detengono pessimi valori di qualità delle abitazioni

PALERMO – Ci sono 194 milioni di euro di risorse a disposizione dei comuni italiani per il triennio 2015/2017 per interventi di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate. Sulla Guri n.249 del 26 ottobre scorso è stato infatti pubblicato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri con relativo bando per la partecipazione. Grande occasione per le realtà svantaggiate siciliane, soprattutto per quella porzione di patrimonio edilizio che necessita di essere messa in sicurezza.
Anche per questa “emergenza” urbana c’è un piano. Si chiama “Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”, lo ha proposto il ministro delle Infrastrutture, e contiene in allegato un bando che “stabilisce le modalità per la presentazione, da parte dei Comuni, di progetti di riqualificazione che potranno riguardare sia la riqualificazione urbanistica sia la riqualificazione socio culturale di aree urbane particolarmente difficili”. In particolare si tratta di contribuire alla “riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale”.
 
La dotazione del fondo è di 44,1 milioni di euro per l’anno in corso e di 75 per i prossimi due. “Sono  ammessi a presentare i progetti e domanda di finanziamento – si legge sul sito del Mit –, entro il 30 novembre 2015, i Comuni che abbiano nel loro territorio la presenza di aree urbane degradate”.
Le domande devono essere inviate entro il termine perentorio del 30 novembre 2015 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le pari opportunità a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo: areeurbane.po@pec.governo.it.
Per capire se all’interno di un comune esistono aree in cui l’indice di disagio sociale e di disagio edilizio corrispondono alle necessità richieste dal bando, basta fare una visita al sito istituzionale dell’associazione nazionale comuni italiani (anci.it) dove sono pubblicati tutti i dati statistici  necessari. A quel punto ciascuna amministrazione può calcolare il suo indice utilizzando le faq, sempre presenti sul sito, e valutare così se ci sono le condizioni per essere definita area degradata e quindi poter accedere al fondo. Uno strumento utile perché l’associazione dei comuni, in collaborazione con l’Istat, ha raccolto tutte le variabili necessarie per il calcolo degli indicatori in 20 file (uno per regione).
Tra i dati da considerare ci sono anche le percentuali relative agli edifici ad uso residenziale con stato di conservazione “mediocre” e “pessimo”. E i comuni isolani dovrebbero essere particolarmente favoriti in questo calcolo. Secondo gli ultimi dati Istat, in Sicilia ci sono 1,7 milioni di edifici e il 17% di questi non sono utilizzati perché cadenti, in rovina o in costruzione. L’Istat ha inoltre suddiviso la qualità degli edifici residenziali in quattro categorie: ottimo, buono, mediocre e pessimo. Gli edifici residenziali isolani sono 1,4 milioni e di questi circa 375mila, pari al 26% del totale, risultano catalogati tra mediocre (331mila) e pessimo (43mila). Anche per questi motivi l’Ars ha approvato, lo scorso luglio, una legge per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici.

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