Tutto cominciò a partire dagli anni Settanta, quando il boom edilizio -spregiudicato – prese campo anche a Trabia. Il tratto costiero in questione si estende per circa sei chilometri e su di esso si susseguono villette più o meno grandi e più o meno belle. Persino per i bagnanti deve essere arduo andare al mare visto che i varchi di accesso, lungo i sei chilometri, si contano sulle dita di una mano. Si, perché alcuni proprietari di queste villette hanno avuto la brillante idea di recintarsi il loro spazio di proprietà includendo, in alcuni casi, anche, il passaggio al mare che dovrebbe essere di pubblica utilità. Ci sarebbe anche da aggiungere che, oltre al numero risicato di varchi a mare, vi è una totale assenza di parcheggi pubblici, cosa non da poco soprattutto per chi viene in auto da altre località e vorrebbe trascorrere uno o più giorni al mare. Ma questa è un’altra storia.
Oggi vogliamo parlare di un territorio costiero ormai devastato dal cemento, poco o nulla può modificare il destino crudele di questo Paese. Si tratta di zone che avrebbero potuto portare benefici economici a tutti se utilizzate diversamente – si pensi all’industria del turismo – ma che nei fatti sono state segnate dalle ferite di decenni di incuria, di complicità, di connivenze e di una cultura, diffusa, dell’illegalità domestica. Trabia dovrebbe essere a vocazione altamente turistica, con decine di alberghi, di lidi a mare, di bed and breakfast, ma in realtà per queste strutture non vi è spazio. Qualcuno, negli anni, si è persino chiesto come mai non vi fossero turisti a gironzolare per la vie del paese. La risposta è a portata di tutti basta farsi un giro in macchina e verificare di persona che oltre alle case di villeggiatura, a mare, non vi è nient’altro: nessuna struttura ricettiva di una certa entità è presente in questo territorio.
C’è da dire che il problema è molto diffuso in quasi tutta la costa della provincia di Palermo e che molte case ormai sono state sanate con i vari condoni che si sono susseguiti negli anni passati. Le principali norme che disciplinano e tutelano il patrimonio paesaggistico-ambientale sono: il D.lgs. 42/2004 (vincolo paesaggistico ambientale), T.u. n.308/2001 (disciplina urbanistica), Codice penale (deturpamento e distruzione di bellezze naturali), Codice della navigazione e Codice civile (disciplina del demanio marittimo).
A leggere, però, i dati forniti dal Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza, pare che il fenomeno non si sia mai del tutto arrestato.
Qual è la situazione nella provincia di Palermo?
“In questa provincia il fenomeno dell’abusivismo è molto rilevante. Negli ultimi mesi, da gennaio a ottobre, abbiamo fatto moltissimi interventi e i risultati parlano chiaro”.
In che modo contrastate il fenomeno?
“I nostri reparti aeronavali eseguono costantemente operazioni in tutta la Sicilia”.
Le leggi a disposizione sono efficaci?
“Sono molte e complesse, pertanto al risultato operativo immediato, spesso non corrisponde un esito finale sufficientemente congruo”.