I risultati nel rapporto annuale del centro “Studi e ricerche per il Mezzogiorno” presentati a Bari qualche giorno fa. L’Italia esporterà oltre 415 miliardi di euro, registrando una crescita rispetto all’anno precedente
PALERMO – Sicilia e Mezzogiorno ancora partner privilegiati con l’area Med. Il ruolo prezioso dell’Italia all’interno dei delicati rapporti economici con i paesi del mediterraneo, è stato ribadito dal rapporto annuale del centro “Studi e ricerche per il Mezzogiorno”, presentato lo scorso 5 novembre a Bari.
Secondo le stime di Srm nel 2015 l’Italia esporterà oltre 415 miliardi di euro, dato quindi in crescita rispetto ai 398 miliardi dell’anno precedente.
Per quanto concerne l’export dell’Italia verso i dieci Paesi che compongono l’Area (dalla Siria al Marocco) si stima che ammonti a 28,3 miliardi di euro nel 2015 (circa il 7% delle esportazioni totali dell’Italia). Allargando lo sguardo anche ai Paesi del Golfo, il cui ruolo è sempre più importante, l’ export italiano verso questi Paesi cresce a 45,8 miliardi di euro, rappresentando l’11,1% dell’export totale italiano.
In base alle statistiche sul commercio estero raccolte dall’Istat, la Sicilia registra un totale di 2,79 miliardi di euro esportati contro i 3,5 dell’annata precedente. Confrontando i dati relativi al complesso di euro guadagnati dall’export nei primi due trimestri del 2015 (uniche statistiche disponibili per ora) con quelli del 2014, è da evidenziare un leggerissimo calo nell’ordine di milioni di euro (1,280 milioni del 2014 contro i 1,210 del 2015). Tuttavia gli studi di Srm si dimostrano parecchio ottimisti in ottica di un miglioramento dell’export, soprattutto dopo il calo avvenuto tra il 2012 e il 2014 (per effetto della crisi libica e del calo del prezzo del petrolio che hanno generato una consistente riduzione dell’import di prodotti energetici da parte dell’Italia). Dal punto di vista del sistema paese si stima in rapporto all’area Med infatti una lieve ripresa nel 2015 ed un aumento più sostenuto nel 2016 e il 2017, anno in cui il valore degli scambi dovrebbe essere pari a 56,6 miliardi di euro.
Per quanto riguarda proprio il trend degli interscambi (import + export) con l’area Med, secondo lo studio di Srm, l’Italia è stata protagonista di un vertiginoso aumento dal 2001 al 2014 per una percentuale complessiva del 45%.
Parecchio interessante è inoltre è andare a vedere, dato lo storico dominio di greggio e derivati, il peso dei prodotti non energetici sui mercati mediterranei. L’interscambio italiano in relazione a tali prodotti è stato pari a 33,4 miliardi di euro nel 2014, registrando una crescita pari al 70,8% rispetto al 2001. Discorso tendenzialmente analogo per quanto riguarda la Sicilia: secondo quanto raccolto dai dati Istat si è passati da un interscambio commerciale di 780 milioni di euro nel 2001 a 1,2 miliardi di euro nel 2014, per un incremento complessivo del 62%.
Tenendo invece conto dei prodotti energetici la maggior parte dell’interscambio dell’Italia con l’Area Sud Med avviene con le regioni meridionali. Assestandosi a 11,6 miliardi di euro al 2014, il Mezzogiorno si colloca al secondo posto tra le macro-regioni in termini di interscambio con l’area di riferimento. La nostra Regione partecipa al totale con oltre 4 miliardi di euro, testimoniando l’enorme importanza dell’export di coke e prodotti petroliferi da una parte, ma nel contempo il calo drastico dell’import di petrolio greggio e gas naturale che nel 2001 pesavano oltre 4 miliardi contro i pochi milioni di oggi. Da segnalare inoltre il forte calo (da 16,2 a 11,6 miliardi di euro) a causa soprattutto della riduzione delle importazioni energetiche dalla Libia (-3,7 miliardi di euro tra il 2012 e il 2014). Secondo Srm la maggiore fragilità degli scambi commerciali tra il Sud Italia e l’Area Med, e la maggiore contrazione registrata nel 2013 e nel 2014, sono principalmente dovute alla più “elevata specializzazione del Mezzogiorno nel commercio di prodotti energetici”.