Dialogo con i marittimi e controllo demaniale - QdS

Dialogo con i marittimi e controllo demaniale

Dialogo con i marittimi e controllo demaniale

giovedì 12 Novembre 2009

Forum con Domenico Passaro, Comandante Direzione Marittima Sicilia Occidentale

PALERMO – Come ha trovato l’ufficio che si appresta a dirigere?
“Ho notato che c’è molto da fare. Essendomi insediato nell’ufficio di Palermo il 14 settembre di quest’anno, mi sto dedicando più che altro a svolgere un’attività di tipo conoscitivo nella speranza di portare qualcosa di nuovo”.
Potrebbe dirci quali sono gli obiettivi da raggiungere che per lei sono prioritari?
“Vorrei dedicarmi in particolar modo alla gestione del settore del demanio. In Sicilia è una realtà fondamentale, non soltanto per gli assetti inter istituzionali, ma soprattutto per i cittadini. Bisogna tener conto dell’estensione che il demanio ha in questa regione. Per cui un eventuale allontanamento o disinteresse da parte nostra sulle questioni correlate, creerebbe non pochi disagi ai cittadini. M’impegno a fornire il massimo della disponibilità per quanto riguarda questo tipo di servizio, essendo noi interlocutori e corrispondenti per l’ente gestore e proprietario del demanio qual è la Regione siciliana. L’altro settore al quale voglio dedicare maggiore attenzione, e per il quale ho già dei contatti con il dirigente della Regione dottor Sparma, è quello della Pesca. Con i rappresentanti del settore ho già fatto un incontro in Capitaneria. Il dialogo è fondamentale per la risoluzione dei problemi. Mi piacerebbe incontrare anche i direttori delle varie testate giornalistiche, per porre le basi per una più corretta e funzionale comunicazione in favore dei cittadini”.
Quali sono dunque i servizi che fornite all’utenza?
“Alla capitaneria è affidata la gestione amministrativa, la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza della navigazione e in genere tutte le attività marittime connesse alla fruizione del mare. Noi gestiamo e istruiamo tutte quelle pratiche relative all’uso del demanio per conto della Regione come stabilisce la convenzione. Materialmente il cittadino viene da noi dato che abbiamo istituito lo sportello unico del mare. Oltre che a dipendere dalla Difesa per i compiti militari, in passato siamo stati inseriti nel sistema periferico del ministero della Marina mercantile. Successivamente il governo ha deciso di scorporare il ministero. Tutte le attribuzioni che erano ricomprese come direzioni generali e come competenze specifiche, sono state di conseguenza divise tra più ministeri. Per cui la pesca è passata al ministero delle Politiche agricole, la tutela del mare e dell’ambiente al ministero dell’Ambiente e il collocamento del personale al ministero del Lavoro. Adesso dunque gli interlocutori a livello istituzionale centrale sono diventati diversi e di conseguenza il cittadino spesso non sa a chi rivolgersi. Presentandosi in Capitaneria, noi cerchiamo di risolvere tutti quei problemi che sono ascrivibili ai ministeri prima elencati".
Torniamo al settore della pesca. Quali problemi hanno evidenziato i rappresentanti che ha incontrato?
“Hanno evidenziato soprattutto dei problemi di tipo organizzativo. Quando mi trovavo a Roma nel 2005, sono stato nominato responsabile del Corpo delle capitanerie di porto per conto del ministro De Castro per i controlli sulla pesca. Ho istituito un reparto del Corpo alle dirette dipendenze del ministro, proprio per eliminare tutti quei problemi relativi alla comunicazione che sono scaturiti dallo smantellamento del Ministero di cui parlavo prima. In certi casi basta poco per risolvere i problemi, l’importante è porre le basi per un dialogo costruttivo. Avendo noi per legge la vigilanza su tutta la filiera della pesca, abbiamo il compito istituzionale di reprimere tutti i comportamenti illeciti dannosi per il sistema e per il pescatore stesso e il dovere di andare incontro alle esigenze dei cittadini onesti. Dobbiamo seguire il pescatore dal momento in cui arriva nel porto per andare a pescare, sino a quando il prodotto arriva sul banco del ristoratore. Non avendo tuttavia competenza in ambito sanitario, se riscontriamo dei comportamenti dannosi per la salute dei cittadini, richiediamo l’intervento delle Asp e dei Nas”.
 


Vigilanza della costa da abusi e scempi edilizi sfruttando i fondi regionali destinati alla demolizione

Parliamo degli abusi edilizi nelle aree demaniali marittime. Che iter seguite per poter procede alla demolizione degli edifici?
“Nel 1984 fu approvata la legge Bucalossi, che conferiva competenza ai sindaci dei comuni sugli edifici abusivi presenti nelle aree demaniali marittime. Quando s’individuano e si accertano degli abusi che vanno eliminati, inizialmente questi beni devono essere catalogati. La Regione mette successivamente a nostra disposizione dei fondi che devono essere utilizzati specificatamente per le demolizioni. Istituiamo dunque un bando di gara a cui possono partecipare tutte quelle ditte regolarmente iscritte alla Camera di commercio che sono dotate delle capacità tecniche specifiche stabilite dalle norme sugli appalti pubblici. La ditta vincitrice, dopo aver stipulato un contratto, potrà procedere alla demolizione materiale del bene in questione”.
La costa dell’Addaura, visto il gran numero di case abusive anche disabitate e stracolme di rifiuti, non presenta sufficienti varchi per poter accedere a mare. Come intendete agire in merito?
“Questa è una questione piuttosto complessa, che in alcune regioni è stata risolta grazie alla creazione di varchi a mare adiacenti alle abitazioni private. Non basta la buona volontà degli organismi interessati, bisogna individuare e successivamente applicare una strategia che sia in grado di eliminare il problema. I controlli vengono effettuati con regolarità, tuttavia bisogna attendere che la burocrazia faccia il suo corso”.

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