Il sistema di sorveglianza via radar contro lo sversamento di idrocarburi è stato rifinanziato con fondi Ue. Università siciliane e maltesi capofila del progetto che rafforza il controllo ambientale
CATANIA- L’Ateneo di Catania, attraverso il centro di ricerca Cutgana, è partner del progetto “Calypso Follow on” insieme con l’Università di Malta-capofila-, Università di Palermo, Arpa Sicilia e Iamc-Cnr di Capo Granitola.
Nei giorni scorsi si è svolto, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania, un corso del meeting finale “Calypso Follow on” in cui sono state illustrate le procedure, le motivazioni dell’importanza di tale sistema. Il progetto Calypso è stato già rifinanziato con i fondi 2007-2013 per gli ottimi risultati e si programma che nel 2014-2020 la tematica ambientale potrà contare su una maggiore disponibilità economica.
“Il sistema Calypso, nato nel 2011, è stato potenziato con i fondi della Programmazione ordinaria Italia-Malta 2007-2013 e quest’anno grazie a Calypso Follow on – ha spiegato il project leader del progetto,Aldo Drago, docente dell’Università di Malta, d’intesa con il Sicilian focal point del progetto Giuseppe Ciraolo – è tra i primi installati nel Mediterraneo, dopo quelli dell’area del mar Adriatico e nel mondo visto che esistono solo negli Stati Uniti. Con Calypso puntiamo a un ulteriore implementazione dell’area di monitoraggio e quindi di dati che sono già forniti alle Forze armate maltesi e, tramite protocolli d’intesa, alla Marina militare italiana sia per ottimizzare gli interventi in caso di sversamenti di idrocarburi accidentali e deliberati e di operazioni di Search and Rescue, sia per il soccorso di natanti in difficoltà nel Mediterraneo”.
Calypso, dotato del sistema Hf radar, è attivo dal 2013 con un sistema di 3 antenne già in funzione nell’area portuale di Pozzallo e altre due a Malta nei siti di Ta’ Barkat e Ta’ Sopu, e una quarta in fase di installazione nei prossimi giorni nel porto di Marina di Ragusa.
“Un progetto come Calypso e la cooperazione tra istituzioni e Atenei dei due Paesi devono svolgere un ruolo fondamentale per migliorare la situazione del Mediterraneo, e garantire uno sviluppo socio-economico dei territori che si affacciano in questo mare”, così si è espresso il rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, in presenza del responsabile scientifico del progetto per l’Ateneo, Rosario Sinatra, e del direttore del Cutgana, Giovanni Signorello. Una constatazione che è stata condivisa anche dal console onorario di Malta, Chiara Calì, la quale ha auspicato “un rafforzamento dei rapporti e dei processi integrativi tra i due Stati e Atenei per la sicurezza nel Mediterraneo”.
Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente al Senato, ha messo in evidenza che “l’antropizzazione del Mediterraneo è eccessiva perché si tratta di un’area che rappresenta meno dell’1% della superficie marina mondiale, ma che al tempo stesso registra il 30% del traffico commerciale mondiale con relative conseguenze testimoniate dall’alto tasso di inquinamento.
La politica sta vigilando sugli sversamenti di idrocarburi e il progetto Calypso si inserisce perfettamente in questo contesto, non a caso sosterremo la messa in rete dei sistemi Hf radar in Italia al fine di migliorare il monitoraggio del traffico commerciale”. La Marina Militare con un suo sostegno, come detto dal comandante di Marisicilia, Nicola De Felice: “Con diverse operazioni siamo già impegnati da tempo nel Mediterraneo e grazie all’accordo quadro con la Regione Siciliana sottoscritto nei giorni scorsi punteremo maggiormente sulla formazione, ricerca, sviluppo, lotta agli sversamenti ed anche in campo medico. La MM, inoltre, è la prima in Europa e seconda al mondo solo dopo gli Stati Uniti ad utilizzare il combustibile bio per la propulsione delle proprie navi”.