La situazione è insostenibile e non si capisce come mai i sindaci dei tre Comuni e i sindacalisti non reclamino a voce alta l’abbattimento dell’inquinamento per riportarlo alla media siciliana. Il ricatto delle imprese che operano nel territorio di chiudere gli stabilimenti e mandare a casa i dipendenti è inaccettabile, perché in altre aree dove esistono raffinerie di petrolio, i tassi di inquinamento, morte per cancro e nascita di bimbi malformati sono più bassi.
La causa risale ai mancati investimenti nei processi produttivi indispensabili per ridurre l’inquinamento. Nonostante alcuni interventi siano stati effettuati, gli effetti sono stati modesti e comunque non hanno risolto il problema di fondo: riportare i tre indici nella media siciliana. Tutto il resto sono chiacchiere da convegni nei quali pseudo studiosi spiegano come e perché i tre indici disastrosi sono tutto sommato tollerabili. A essi bisogna aggiungere l’enorme inquinamento dei fondali, ove per i prossimi cinquant’anni non ci sarà vita.
Il disastro che hanno fatto i governanti siciliani in questi decenni, nel consentire insediamenti senza preservare l’ambiente, lo pagheranno i nostri figli. è nostro dovere, come classe dirigente, fare il possibile per attenuare le conseguenze che si stratificano ogni giorno, senza un processo che indichi quanto tempo occorra per riportare allo stadio di normalità la terribile situazione nel Triangolo della morte. La questione non è di destra, di centro o di sinistra. È obiettiva e va affrontata da qualunque governo regionale abbia a cuore l’interesse di coloro che abitano in quel territorio.
Come si può pensare di fare le indispensabili riforme e di amministrare le cospiscue risorse europee, statali e regionali senza una macchina amministrativa che funzioni con efficienza?
Sintomatico è l’argomentare di tutte le parti in guerra, centrato sui torti degli avversari e sulle proprie ragioni piuttosto che sull’elenco dei gravi problemi da affrontare con grande determinazione e subito.
Un’altra questione incomprensibile è come mai la Regione, a pena di revoca delle autorizzazioni, non obblighi tutte le centrali elettriche operanti in Sicilia ad utilizzare il gas che passa vicino ai loro siti attraverso la Rete Italia. Eliminando l’olio combustibile vi sarebbe un abbattimento dell’inquinamento pari a dieci volte.
Sollecitiamo l’Asp di Siracusa, e per essa il suo direttore generale Franco Maniscalco, ad intervenire per la propria responsabilità sulla questione dell’inquinamento del Triangolo della morte, attuando i provvedimenti amministrativi indispensabili nel momento in cui si determina uno sforamento dei parametri di legge.
Sollecitiamo l’assessore regionale al ramo ad attivare le procedure per rilevare i dati ed emettere i provvedimenti conseguenti per costringere chi si trovi fuori dalla legge a rientrare nei suoi limiti.
Insomma, richiamiamo ciascuno a fare il proprio dovere. Niente di più e niente di meno. E a fare l’ordinaria amministrazione, senza ascoltare padroni e lobbies che operano contro gli interessi dei siciliani.