Le "disattenzioni" del governo nazionale - QdS

Le “disattenzioni” del governo nazionale

Le “disattenzioni” del governo nazionale

sabato 23 Gennaio 2016

Regione Sicilia, l’Autonomia deleteria e i rapporti tesi con Roma. Mancano proposte concrete di rilancio per il Sud

Tempo addietro avevamo parlato di una corrente di pensiero politico che faceva della Sicilia una bandiera per il riscatto del Sud, utilizzata come base in comizi e conferenze stampa per dimostrare l’impegno a ridurre il divario tra Nord e Sud Italia.
A questa corrente hanno aderito i vari rappresentanti politici, a partire dal leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano, che ha ribadito il suo impegno a fianco della Sicilia ad esempio a margine della vicenda che ha visto, agli inizi dello scorso mese di dicembre, una serie di arresti a Porto Empedocle. Alfano ha sostenuto che “La Sicilia è da tempo impegnata nel suo riscatto e le istituzioni sono a fianco della gente onesta che è tantissima e che, grazie ai successi della Squadra Stato, si sente garantita e avverte ogni giorno la presenza dello Stato”.
E in precedenza aveva  sottolineato come “La Sicilia e il Sud d’Italia ormai devono guardare dritto al futuro, perché, solo così continueremo a mantenere sotto controllo la disoccupazione, tra le più basse d’Italia, le imprese avranno vita più facile e potranno competere sempre di più con quelle del nord, considerato il potenziamento delle infrastrutture siciliane, e i nostri giovani continueranno a restare qui ad investire sul loro futuro”.
E lo stesso premier Renzi aveva speso molte parole a favore del Sud, non più di sei settimane fa: “Rottamiamo i piagnistei, risolviamo problemi – aveva detto – L’hashtag di oggi per il Mezzogiorno è #zerochiacchiere”.
E aveva aggiunto di voler predisporre un “masterplan” per il Sud, con una serie di proposte concrete, che in realtà non si sarebbero mai concretizzate. Mancanze che hanno provocato proteste che hanno coinvolto anche l’esecutivo regionale. In particolare a proposito della distribuzione delle somme stanziate dal governo nazionale per rilanciare edilizia e ambiente, cultura e turismo, con l’unico obiettivo di fare ripartire l’occupazione, e ripartite dalla giunta regionale il parlamentare del Pd Luca Sammartino ha detto come “La ripartizione dei fondi del ‘piano per il sud’ disattenda le aspettative di tanti Comuni siciliani”.
Ed ha aggiunto che “L’assegnazione  delle somme fatta dal governo regionale – spiega il parlamentare – non ha tenuto conto delle aspettative di tante aree dell’Isola, in particolar modo  l’area metropolitana di  Catania, che sono state penalizzate  nonostante la necessità di affrontare  i danni del  rischio idrogeologico e gli interventi di  bonifica ambientale. E’ indispensabile – conclude Sammartino – che il governo chiarisca i criteri  usati per la suddivisione e le motivazioni che hanno uno Statuto autonomo molto speciale e che è stato spesso disapplicato, adesso portato all’esclusione di vaste zone dell’Isola”. L’unica regione italiana che possiede compare alla ribalta della cronaca per carenza di infrastrutture, di servizi sanitari, di un trattamento dei rifiuti problematico, tanto per citare qualcuno dei problemi che assillano la Sicilia, oltre alla drammatica depressione economica e, come se non bastasse, c’è chi approfitta per  denigrare Sicilia e i Siciliani forse per ottenere un minimo di visibilità. E’ il caso di Carlo Panella che giorni addietro è intervenuto con dichiarazioni poco edificanti nei confronti dei siciliani nel corso di una trasmissione a carattere nazionale offensive al punto che il movimento indipendentista Sicilia Nazione, avrebbe annunciato l’intenzione di presentare un esposto alla Commissione di Vigilanza Rai.
Le “disattenzioni” del governo nazionale nei confronti della Sicilia si sono già viste a luglio scorso quando nella Legge di stabilità Renzi decise di dirottare 3,5 miliardi di euro dai fondi europei per il Sud ai più ‘redditizi’ nell’immediato sgravi contributivi dei contratti su scala nazionale, destinati peraltro a portare effetti più al Nord che al Sud. La giustificazione è stata che si trattava di somme non ancora  impegnate dalle Regioni.

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