Il Parlamento Ue chiede alla Commissione nuove politiche per superare le vulnerabilità delle Isole
STRASBURGO (Francia) – Finalmente l’Unione europea si accorge che esiste la Sicilia, che è un’isola e che ha le sue specificità che devono essere prese in considerazione. Nei giorni scorsi il Parlamento, riunito in plenaria, ha votato una risoluzione che chiede alla Commissione nuove politiche per superare le vulnerabilità specifiche delle Isole europee.
Nel testo, sono cinque i punti principali proposti per aiutare le Regioni e le Province insulari dei Paesi dell’Unione europea.
Si parte dell’istituzione di “un gruppo omogeneo costituito da tutti i territori insulari”, sulla base dell’articolo 174 del Trattato Ue, che riconosce gli svantaggi permanenti delle regioni insulari. Dovranno poi essere presi in considerazione altri indicatori statistici oltre il Pil in modo da riflettere la vulnerabilità economica e sociale di queste regioni.
Forse il punto più interessante per la Sicilia è che sarà lanciata un’analisi approfondita dei costi supplementari sostenuti dalle isole, per esempio il sistema dei trasporti, l’approvvigionamento energetico e l’accesso ai mercati. Soprattutto il sistema dei trasporti è al centro delle polemiche nell’Isola da tempo, per i costi degli aerei per spostarsi anche all’interno del territorio nazionale.
La risoluzione chiede inoltre di istituire un “quadro europeo strategico per le isole” che preveda una serie di strumenti che potrebbero avere un forte impatto territoriale, e di presentare una comunicazione su una “Agenda per le isole europee” e, successivamente, un libro bianco per monitorare lo sviluppo delle isole.
La novità è anche che sono presi in considerazione i problemi derivanti dai flussi migratori, che interessano soprattutto Lampedusa, la Sicilia e le isole del mar Egeo. Gli eurodeputati chiedono dunque un approccio comunitario “che comprenda un sostegno dell’Unione e uno sforzo comune di tutti gli Stati membri” per aiutare le istituzioni locali.
“Le condizioni di svantaggio in cui Sicilia e Sardegna versano sono un dato concreto che si tradurrà in nuove risorse, più opportunità, più diritti”, ha spiegato Salvatore Cicu (Ppe), autore della relazione.
Un’altra risoluzione sul ruolo degli Enti locali è stata presentata in parallelo e riguarda invece l’uso dei fondi europei. La richiesta alla Commissione, in questo caso, è di rafforzare il ruolo e l’impatto degli enti regionali e locali sulla gestione dei fondi strutturali e di investimenti europei per il periodo 2014-2020.
Nel testo si afferma l’importanza dell’equilibrio tra la coesione economica, sociale e territoriale voluta dall’Unione europea e l’impatto delle politiche comunitarie sul territorio. Si chiede anche all’esecutivo europeo di vigilare sull’applicazione dell’articolo 7 del regolamento sul Fesr, che riguarda lo sviluppo urbano. “Dovrebbero essere impiegati più sforzi – si legge – per rimuovere i colli di bottiglia e le incongruenze delle politiche Ue che hanno impatto sulle aree rurali e urbane”.
Infine, Cicu ha richiesto al commissario alle Politiche regionali, Corina Crețu, un incontro bilaterale “per varare politiche concrete a favore delle due isole”.